Da un’ intervista con La Nuova Vicenza, il critico d’arte più catafratto del web dice di volere finalmente scendere in campo.
Tutti sono corrotti e marci per lui. Compreso Grillo.
Sta cercando qualcuno che lo candidi per le europee, dove ci sono le preferenze, conscio di avere un numerosissimo seguito soprattutto nell’elettorato più giovane. Alle politiche invece, come sappiamo, c’è il porcellum e l’Avvocato di Trento, essendo schifato dalla legge che non permette di scegliere il proprio candidato, ha preferito non presentarsi in segno di protesta.
Le sue priorità? Legalizzazione degli stupefacenti, massima libertà sessuale e maggior libertà in quanto difesa personale.
Concorda con il Cavaliere che i giudici italiani non siano imparziali ma anzi giudichino secondo simpatia.
Vedremo il talent scout di artisti-casi umani presto nella dirigenza della rinata Forza Italia 2.0 ?
Vedremo. Buona fortuna Avvocato!
Ecco l’intervista integrale che potete trovare qui
Andrea Diprè sarà a Vicenza sabato 23 novembre per una serata al disco bar Rod’s. Scopritore di artisti e freaks dalla provincia profonda, provocatore, idolo delle serate fra amici passate a sghignazzare davanti a YouTube, aveva già annunciato la sua“discesa in campo” in vista delle elezioni politiche del 2013, ma l’annuncio era rimasto senza seguito. Questa volta, invece, sembra fare sul serio: «Correrò per le elezioni europee del 2014 – annuncia a La Nuova Vicenza, raggiunto telefonicamente – Sto cercando una lista che ospiti la mia candidatura».
Il Diprè itinerante nei locali ha poco a che vedere con le sue cliccatissime performance sul web. «Vado in discoteca e mi apparto, saluto quelli che vengono a vedermi, faccio le foto con loro – spiega – Vengono tantissimi ragazzi fra i 15 e i 25 anni». Ma in quella sede Diprè non porta né riceve artisti in cerca di fama. «Il mio lavoro è cambiato, ho ancora due canali televisivi sulla piattaforma Sky ma è su internet che c’è il mio pubblico. E su internet un artista, se vuole, può farsi promozione da solo».
Dunque, fine dell’era-Paniccia (l’anziano pittore di Terracina, di recente scomparso, che Diprè ha immortalato in un video sadicamente commovente ed esilarante). «Lui mi ha cercato e io l’ho reso immortale», lo ricorda Diprè, rigettando la scontata accusa di sfruttare l’ingenuità delle sue “vittime”: «Ognuno la pensi come vuole, ho fatto cose straordinarie ma finché sarò vivo non mi saranno riconosciuti i miei meriti». Il nuovo giocattolo di Diprè, in linea con il percorso biografico di ogni showman italiano che si rispetti, è la politica. Ovviamente anche in questo campo ci mette dieci secondi ad esondare: solidarizza con Berlusconi in chiave anti-giudici, lancia proclami roboanti, dà addosso alla classe politica ma anche al movimento di Beppe Grillo. «Alle politiche avrei voluto candidarmi ma il Porcellum me l’ha impedito: non permette di esprimere le preferenze, e io non avevo la forza di presentare una lista autonoma. Alle europee invece la legge elettorale prevede le preferenze. Sto cercando una lista che mi inserisca, ho già preso contatti con piccoli partiti».
Diprè non è nuovo alla politica. «Ho esperienza da vendere. A 16 anni ero a Roma in piazza del Gesù dai democristiani – ricorda – Mi sono fatto strada al mio paese leggendo in chiesa la domenica, l’unica strada per farsi notare. Mi sono candidato nel ’98 alle regionali con la Margherita e senza un soldo ho raccolto 2500 voti. Ma la chiesa mi aveva voltato le spalle, preferiva i tromboni democristiani. Per vendicarmi andai su La 9, una tv padovana, con il programma “Diprè e la modella”, dove ero accompagnato da una donna nuda. Per due anni sono stato capo di gabinetto per un politico trentino, ma sono stato licenziato licenziato e sono andato con la Lega. Non me ne importava nulla, ma almeno potevo apparire su TelePadania». Ma quel Diprè «non aveva la forza che ho oggi – aggiunge – Ad ogni discoteca trovo migliaia di ragazzi ad attendermi. A Cagliari una sera si è diffusa la falsa notizia che sarei arrivato, e si sono trovati in 700 in piazza ad attendermi».
Il suo verbo, giura Diprè, fa presa anche sulle classi dirigenti di domani: «Di recente eroalla Bocconi a Milano, su quindici studenti in otto hanno detto che mi voterebbero». Il suo programma europeo? «Massima libertà sessuale e in tema di sostanze stupefacenti, e un sistema di giustizia italiano che si adegui a quello europeo dove il diritto di difesa è maggiormente garantito». Che fa, parla come Berlusconi? «Il suo discorso sulla magistratura lo condivido pienamente. La maggior parte dei giudici giudicano in base alla simpatia e i giudici sono invidiosi di Berlusconi».
«Dei politici italiani non salvo nessuno, è tutto marcio» compreso il Movimento 5 Stelle: «Grillo in confronto a me non è niente, troppo retorico, e che cosa ha combinato in concreto? Non ricordo nemmeno il nome di un suo parlamentare, lui li vuole tutti uguali e incasellati. Io invece voglio far in modo che le passioni individuali possano trovare espressione. La mia elezione avrebbe un significato molto più forte di una semplice elezione, inizierei un processo di rivolta allucinante, di rifiuto totale del sistema, magari si potesse votare via internet. Io sono per elezioni via internet». Un po’ come Grillo, insomma? «No, lui vuole gestire le persone, io invece so che sono fatti di carne, passioni e idee. Perché molti giovani rifiutano certi lavori terribili? Fanno benissimo. Lo sa quanti mi scrivono “da grande voglio essere come Diprè?”».
Ultima domanda: ma Andrea Diprè ci è o ci fa? «Non lo so, io sono Andrea Diprè e basta. La mia forza è che anche se non dovessi presentarmi alle europee non me ne frega nulla, so comunque come divertirmi. Mi chiamano il re del trash? Ma il trash è la vita oggi, se pensate che Miley Cyrus è la cantante più famosa al mondo perché è passata da Disney al porno…». A quest’ultima risposta Diprè non riesce a trattenere una mezza risata. Viene automatico immaginare il suo viso contratto nel tentativo di mantenere un’espressione seria, una capacità di controllo dei muscoli facciali già vista in azione decine di volte quando esaltava sibariticamente gli artisti che si rivolgevano alla sua tv in cerca di notorietà. E viene da pensare che l’Italia di oggi potrebbe votarlo davvero.