Apologia di SocrateIl mercato è morto, lo stato è fallito … e anch’io oggi non mi sento molto bene!

Woody Allen diceva Dio e’ morto, Marx e’ morto … e anch’io oggi non mi sento molto bene! Volendo parafrasare potremmo scrivere: Il mercato è morto, lo stato è fallito … e anch’io oggi non mi sento...

Woody Allen diceva

Dio e’ morto, Marx e’ morto … e anch’io oggi non mi sento molto bene!

Volendo parafrasare potremmo scrivere:

Il mercato è morto, lo stato è fallito … e anch’io oggi non mi sento molto bene!

Per quanto possa suonare bene e sia in linea con tante cose che si leggono in giro si tratta di due sciocchezze. Il mercato non è affatto morto e a parlare con cognizione di causa si tratta di un oggetto che non può morire. Dall’alba dei tempi le persone si scambiano volontariamente beni e servizi perché lo scambio è un gioco a somma positiva, entrambe le parti dopo si trovano in una posizione migliore di prima.  Prima che qualcuno tiri in mezzo estorsioni, imbrogli, truffe va chiarito che si tratta di casi particolari: la gente in ogni occasione in cui è possibile realizza degli scambi e se in agguato ci sono degli inconvenienti, si attrezza per cercare di ridurre al minimo le conseguenze negative. Dai ragazzini che ieri scambiavano figurine (e oggi carte gioco, gadget o altre diavolerie) agli operatori che commerciano sui mercati finanziari in diritti ad ottenere qualcosa o a poter fare transazioni su altri diritti lo scambio e l’insieme degli scambi che chiamiamo mercati è oggi più vivo e vegeto che mai, anzi il suo raggio d’azione è enormemente ampliato dalla rapidità e dalla facilità di comunicare.

Se poi siete di quelli che dividono il mondo tra economia reale buona e finanza cattiva forse dovreste pensare che anche il biglietto per un freccia rossa è tutto sommato uno strumento derivato.  Comprando il biglietto del treno non acquistate solo il servizio di essere trasportati, avete il diritto di

  • 1) salire su un certo in un determinato intervallo temporale ed occupare una certa poltrona oppure
  • 2) di salire su altri treni temporalmente adiacenti pagando una differenza senza l’assegnazione di una poltrona
  • 3) di modificare entro un’ora dalla partenza il treno su cui avete diritto a salire previa disponibilità

Insomma se guardate bene anche il biglietto del treno è un diritto a fare qualcosa, in un determinato intervallo di tempo, purché siano verificate alcune condizioni (ad es esibire un numero di codice associato alla prenotazione) quindi non è tanto diverso dagli strumenti del diavolo che chiamiamo derivati .

Anche lo stato gode di ottima salute: nei paesi emergenti controlla l’economia più di quanto non sia mai stato pensabile in passato e in quelli sviluppati ha raggiunto un’estensione tale da far dubitare molti sulla possibilità che sia economicamente sostenibile nel medio termine.  Stato e mercato allora sono ancora coordinate utili per interpretare il presente e il futuro, qual è però l’elemento distintivo che ci consente di decifrare quella percezione sempre più diffusa che The Times They Are a-Changin’ ?

Credo che l’elemento determinante sia che oggi più che mai per sopravvivere è necessario saper fare qualcosa per cui gli altri sono disposti a pagare e cercare di mantenere questa condizione contro concorrenti di tutto il mondo. Anche solo una cinquantina d’anni fa, se l’unico fornaio del paese, che generalmente era figlio del fornaio precedente, faceva un pessimo pane la reazione più diffusa era, magari  lamentandosi del cattivo maestro e dell’allievo scadente, rassegnarsi a quel che c’era senza considerare l’esistenza di alternative. Ancora oggi questo tipo di mentalità sopravvive in molte persone che si fanno taglieggiare da banche scadenti e compagnie di assicurazioni conniventi, diffidando delle alternative disponibili on line.  Ma il processo in atto su scala mondiale sembra invece incontrovertibile: la Nokia che solo pochi anni fa dominava il mercato mondiale dei telefoni cellulari, perso il treno degli smartphone rischia di essere un nome ignoto ai più giovani utilizzatori di questi dispositivi.

Chi ricorda dell’esistenza di altri motori di ricerca diversi da google? Eppure ce n’era uno dominante, yahoo che oggi sopravvive fondamentalmente perché si è messo a fare altro.

Ma questo non vale solo per la tecnologia e l’informatica. Quanti mobilifici con target di prezzo medio basso sono spariti a causa della diffusione di Ikea? Quanti grossisti e supermercati di medie dimensioni sono stati spazzati via dalla grande distribuzione organizzata?

La possibilità di comunicare e spostarsi a basso costo e alta velocità ha ampliato radicalmente il ventaglio di alternative per chi vuole fare degli scambi, sia esso un compratore che cerca qualità o prezzi più vantagiosi di quelli sottocasa o un venditore alla ricerca di nuovi mercati (incluso chi vende la propria abilità  professionale).

Certo, il mondo non cambia da un giorno all’altro e ci sono attività protette da limiti fisici: i ristoranti-trappola per turisti avranno buon gioco finché non saremo capaci di spostare i monumenti (ma occhio alle recensioni on line in stile tripdavisor e alla possibilità di negozi ambulanti) e sulla mafia della compagnia che mi fornisce il servizio di allacciamento idrico è improbabile si riesca a intervenire in breve, tuttavia è sempre più facile lavorare a distanza e se prima per votare con i piedi contro le nazioni in declino era indispensabile andarsene, oggi è sempre più facile  farlo restando fermi ed esercitando la propria libertà di scegliere con un click del mouse o un tocco sul tablet.

Questo implica che in futuro sarà sempre più difficile essere pagati per fare qualcosa che pochi o nessuno trovano utili, come oggi ancora largamente avviene nelle burocrazie locali e nelle (dis)organizzazioni più grandi e articolate. I soldi per pagare funzionari inutili sono sempre meno, sempre meno persone sono disposte a farlo ed è sempre più agevole votare contro le istituzioni che proteggono questi individui (anche solo comprando l’assicurazione o aprendo un conto bancario on line). Se oggi è ancora possibile sopravvivere in qualche nicchia protetta, in prospettiva è forse il caso di iniziare a darsi da fare per imparare a fare qualcosa di utile.

@massimofamularo

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