Totonno o’ cacaglio e Nick o’ mericano sono liberi.
Antonio Bassolino, afragolese, ex presidente della Regione Campania ed ex commissario straordinario all’emergenza rifiuti, è stato assolto, notizia di qualche giorno fa, in formula piena insieme ad altri 27 imputati. Il processo tangeva i presunti illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti nel periodo tra il 2000 e il 2005.
Nicola Cosentino, casalese, ex sottosegretario e coordinatore campano del Pdl, è tornato in libertà grazie all’istanza di revoca dei domiciliari accolta dai giudici. Cosentino, imputato per reimpiego di capitali illeciti aggravato dall’aver agevolato il clan de ‘I Casalesi’, era entrato in carcere a Secondigliano, Napoli, il 15 marzo scorso, e dal 26 luglio era ai domiciliari in una villa di Sesto Campano, nell’isernino.
L’Italia è davvero il paese degli impuniti? Il ‘Belpaese’ ha perso ulteriore credibilità con la risoluzione di questi due casi? Stiamo diventando forse il paradiso dell’ingiustizia, dove tutto si favorisce? O giustizia è stata fatta?
Con l’epilogo di queste storie politiche, diventate linfa del gossip sia del Palazzo che della comunità, si è mandato al macero il lavoro e il sacrificio dell’accusa che, assetata di giustizia, si è impegnata a fuorviare il destino di entrambe le vicende. La legge ha risposto chiaramente ma restano ancora dubbi nell’opinione pubblica.
Ora, per riprendere una citazione di Beppe Severgnini (“La memoria degli italiani è pari a quella di un pesce rosso: 4 secondi”), la nostra memoria invierà tutto nel dimenticatoio tra 4…3…2…1…invio eseguito.