E’ ormai mesi che si parla, ovunque e comunque, della vicenda Stamina. Una volta è per un servizio alle Iene, una volta per i soldi stanziati (e per fortuna ritirati) per la sperimentazione, altre volte per le dichiarazioni lapidarie della comunità scientifica nazionale (e non).
L’ultima occasione riguarda un convegno presso il Liceo Scientifico Mattioli di Vasto dov’è stato invitato a parlare Davide Vannoni. Sullo sfondo delle polemiche nate attorno a questo dibattito vi è stata l’infelice gaffe di uno dei ragazzi organizzatori che ha affermato che
“per creare neuroni le cellule vengono trattate con acido retorico“.
Non me ne voglia il ragazzo. Non voglio certo prenderlo in giro per un suo errore: immagino quanto impegno abbia messo per organizzare l’evento, capisco l’emozione di parlare a una telecamera e la confusione nel cercare di reperire informazioni su un argomento tanto dibattuto, poco e male a dire il vero, quanto complesso.
La sua frase però è stata fonte di forte ironia perché tutta la vicenda Stamina ruota intorno proprio alla “retorica” del suo proponente. Davide Vannoni, infatti, che non è medico, ma è laureato in lettere, è riuscito a creare enormi aspettative, e pure movimenti di opinione pro-stamina, soprattutto grazie allla sua capacità di parlare e convincere (tiene pure un corso universitario e ha scritto un manuale ad hoc), potenziata enormemente dall’empatia e dalle speranze dei malati.
E’ dunque giusto che in un incontro divulgativo venga invitato a parlare?
Se ne può discutere a lungo, ma per uno studente che vuole capire è legittimo e doveroso invitare l’inventore del metodo oggetto di discussione del convegno. Così com’è molto formativo invitare un genitore di una bimba affetta da una malattia gravissima, tutt’ora senza cura, e che proprio il metodo Stamina pretenderebbe di curare.
Ma è mancato qualcosa.
E’ mancato, perché non è stato invitato, qualcuno che, in maniera neutrale e razionale, parlasse di cosa siano effettivamente le cellule staminali di cui tanto si discute e se siano le stesse utilizzate da Vannoni, oppure no. Sopratutto è mancato chi ricordasse che il metodo Stamina da Vannoni proposto e utilizzato non ha attualmente alcuna base dal punto di vista scientifico e che non solo non funziona, ma può essere pure pericoloso.
E, a dire il vero, è mancata in più occasioni la figura del Medico: quello che si toglie, almeno per un attimo, la veste di personaggio neutro e razionale e che sostiene personalmente il difficile cammino delle famiglie di fronte a malattie così gravi.
In conclusione, la vicenda di Stamina si può riassumere in una cartina tornasole:
l’acido retorico usato per convincere della bontà, in realtà illusioria, di una cura, il neutro e freddo modo di porsi dei medici nei confronti delle famiglie dei pazienti e le basi del metodo scientifico e della scienza, ogni giorno più ignorate e ridicolizzate.
Federico Baglioni
@FedeBaglioni88