Ecco. Lo sapevo. In questo Paese dove ci sono più scrittori che lettori, continuamente ti arrivano richieste di recensioni anche su argomenti balordi e imbarazzanti. In questo caso poi all’amico e parente Giacomo Properzj non posso dire di no quand’egli mi presenta con la mano leggermente tremante il suo volumetto sulla Prima Guerra Mondiale ( “Breve storia della Grande Guerra” edizioni Mursia). Egli è allo stesso tempo vecchio, perché ha 74 anni e giovane, perché scrive solo da una decina di anni. Somma i difetti delle due categorie anagrafiche ma, come ho detto non posso dire di no e devo percorrere il libro a partire dalla premessa per arrivare alla postfazione leggendo di vicende per cui sono state già scritte intere biblioteche, con tesi politiche e militari, spesso opposte e talvolta nuove. Il nostro, parlo del giovane-vecchio Giacomo, con tutta la buona volontà e anche con la passione che non gli nego, non può facilmente trovare tesi nuove e argomenti ancora inesplorati.
Però, e qui mi ha stupito col suo viso barbuto da bambino invecchiato, qualche cosa ha trovato per esempio il fatto che la guerra era già stata vinta dai francesi nel primo anno, se non addirittura nei primi mesi. In effetti egli sostiene, giustamente, che quella prima fase di guerra fu ancora una grande guerra di movimento e si trattò della più grande battaglia fino ad allora svolta nel mondo da eserciti in ordine di manovra ( prima di allora la battaglia napoleonica di Lipsia dove furono impegnati 150mila francesi contro 300mila austro tedeschi, mentre nella battaglia della Marna dell’agosto-settembre del ’14 furono impegnati due milioni di uomini tra francesi e tedeschi). Non è un osservazione banale perché dal punto di vista militare la seconda guerra mondiale del ’40 si riconnette piuttosto a questa prima fase della guerra del 14′ che non ai restanti 4 anni della stessa guerra.
Del resto, ma questa è un’osservazione già fatta da molti altri storici, la guerra fu il prodromo della rivoluzione e coloro che a sinistra volevano la rivoluzione, volevano anche la guerra. Avevano ragione, salvo che la rivoluzione scoppiò nel paese meno industrializzato e più socialmente arretrato, la Russia, con risultati non sanguinosi ma sanguinari.
Infine è giusto osservare che non è così chiaro chi vinse militarmente la guerra. I tedeschi sostennero, per oltre vent’anni, che non l’avevano persa perché la linea di resistenza sul loro confine occidentale non era mai stata sfondata, purtroppo per loro quello che era stato sfondato era il fronte interno e la resistenza psicologica del Kaiser. Chi sfondò veramente ma non fu mai riconosciuto come il vero vincitore di tutta la guerra furono gli italiani che il 4 Novembre del ’18 a Vittorio Veneto misero letteralmente in fuga e disintegrarono il grande esercito asburgico, l’Imperial Regio Esercito che, se vogliamo, poteva far riferimento a Carlo V.
Il buon Properzj, con prosa agile e una leggera ansia espositiva, descrive tutte queste tortuose vicende in poche pagine (circa 200) per le quali chiede anche pochi soldi (12 EURO), questa sua sfacciata gioventù letteraria e pesante senilità di vita ci inducono non a pietà ma ad una irascibile simpatia che fa dare un giudizio positivo sul suo libretto, soprattutto per chi voglia con un rapido sguardo prendere coscienza di una vicenda enorme della storia del mondo come fu questa guerra. Traendone peraltro qualche spunto politico non inutile per la nostra attualità.
Stanislao Scati
Martedì 26 Novembre in vicolo Melone, 2 (Prima traversa a sinistra di Via Brera venendo dalla Scala) alle ore 18.00.
Presentazione del libro “Breve storia della Grande Guerra” Mursia editore.
Interverranno Marco Alfieri e Carlo Tognoli. Sarà presente l’autore.
Leggerà brani estratti dal libro l’attrice Irene Grazioli.