Il caso era esploso questa estate in Abruzzo: come riportato da laquilablog, simpatizzanti e attivisti del M5S espulsi da meet-up e gruppi di FaceBook perché pretendevano trasparenza e chiarezza sulle modalità utilizzate da alcuni parlamentari abruzzesi per assumere i loro portaborse. Molto aveva fatto discutere la scelta dell’on. Vacca, componete della commissione della Camera per l’istruzione e l’università, di assumere come portaborse l’usciere dell’Università di Chieti in quanto “esperto del settore”. E anche il portaborse della Senatrice Blundo, ricalcitrante all’idea non solo di pubblicare il suo CV, come richiesto da Grillo, ma anche il suo nome e cognome, aveva generato molte polemiche. Ma la Blundo assicurò di aver passanto tutta la notte a leggere migliaia di curricula e non trovando di meglio di un giovane portaborse che aveva servito esponenti de Italia dei Valori fino al mese prima. Per la serie “nel Palazzo, i casi umani cascano sempre in piedi”.
Tre giorni fa il caso, è approdato nei saloni di Palazzo Madama, provocando un nuovo psicodramma tra i senatori del M5S: sotto accusa per avere assunto come assistenti dei parenti- come riporta il quotidiano Libero- le senatrici Vilma Moronese e Barbara Lezzi.
La Lezzi ha assunto la figlia del compagno e la Moronese ha assunto direttamente il proprio compagno risolvendo alla grande le economie familiari. Alcuni esponenti del PD e PDL hanno subito colto l’occasione per denunciare, non celando una certa soddisfazione, che gli esponenti politici del M5S: “hanno preso in pochissimo tempo tutti i peggiori difetti degli altri partiti”.
Secondo quanto riportato da Libero, entrambe le senatrici si sono difese sostenendo di essere in regola dal momento che i due compagni non sono conviventi. Ma su questo punto molte le repliche piccate di chi è sposato: “Allora devo divorziare per poter assumere anch’io la mia compagna?”, ha chiesto sarcastico un senatore 5 stelle.
La figlioccia della Lezzi, dopo due giorni di lacrime e insulti, ha deciso di dimettersi. Ma questi due casi hanno sollevato il problema, a livello nazionale, di “portaborse” assunti con criteri a dir poco imbarazzanti, mettendo una pietra sopra sul concetto di “meritocrazia” che tanto avrebbe dovuto contraddistinguere la new age grillina.
E su twitter, è #parentopolidenoantri l’hash tag che raccoglie tutta l’indignazione e il disappunto della base pentastellata.
“#parentopolidenoantri chi va co Lo zoppo Se ‘mpara a zoppicà!!; si legge in un tweet. E ancora: “li parenti so come le scarpe.più so stretti e più fanno male”; “Ai parenti ce pensi Dio che al mio compagno ce penso io”; “potevate assume le sirene”; “e’ sorde fann’ venì a vista e’ cecate…”; “chi s’addorme co’ li regazzini … Se svejia cor culo pisciato!!”.
Insomma, pare proprio che la notizia che anche i grillini abbiano ceduto a certi vizi della peggiore politica non sia proprio piaciuta agli attivisti che rimangono fuori dal Palazzo.