Per il 9 dicembre annullate i vostri impegni. Se siete politici della Kasta, poi, vi conviene prepararvi le valigie e fuggire in qualche paradiso lontano. E’ finita la pacchia! Non sentite il rumore tintinnante di forconi? Se vi beccano vi manderanno a zappare la terra e a fare la fame!
Parola degli utenti di Catena Umana, pagina Facebook con 114.000 fan, che annuncia l’arrivo della rivoluzione per il 9 dicembre. “Si ferma il Paese!” urla il caps lock rosso del loro volantino. “Non abbiamo nulla da perdere. Le nostre case, i nostri stipendi, i nostri risparmi sono di proprietà del M.E.S.” Si conclude con l’ormai celebre “Sveglia!” perché sta per partire (cito dalla loro presentazione) “percorso rivoluzionario che ci condurrà insieme a tanti fratelli e sorelle italiani ad assediare Roma e a conquistarla… cacciando non solo i politici ma tutti coloro che hanno contribuito al Sistema che ci ha condotti alla rovina!”
Nonostante gli SVEGLIA!!1, i caps lock, le migliaia di condivisioni e le migliaia di fan, il popolo italiano sembra piuttosto restio a partecipare alla rivoluzione. Quella del 9 dicembre sarà l’ennesimo tentativo dopo il flop del 29 settembre (“poche decine” di partecipanti secondo il Fatto Quotidiano), dell’11 luglio e del 21 giugno. Tutte le volte si organizzavano imponenti marce, torce infuocate, e forconi puntati contro i politici. Ogni volta sembrava che tutto fosse pronto per l’assedio a Montecitorio con le maschere di Guy Fawkes. Ma la vita non è un film e l’Italia non è l’Inghilterra di “V per Vendetta”: ogni tentativo di rivoluzione muore così per mancanza di partecipanti.
Sfogliando la pagina dei rivoluzionari si trova di tutto. I politici sono il Grande Male, le immagini (sempre in rigoroso stile urlato: caps lock, dita puntate e colori forti) riportano continuamente confronti fra “noi” il popolo che muore di fame e “loro”, la Casta! E così spuntano, per dire 13 miliardi versati in pensioni d’oro che guarda caso sono gli stessi miliardi appena tagliati alla sanità (da chi? Come? Quando? La fonte? Tutte domande da Casta!). Oppure compare la foto di qualche politico con una sua dichiarazione estrapolata presa chissà dove (anche qui le fonti non esistono) e così il popolo può sfogarsi: facce da culo! Parassiti! Svegliamoci! E mentre la Casta mangia e beve, dall’altra parte si racconta con toni alla Mariottide il popolo in ginocchio: disoccupati, famiglie che dormono in mezzo alla strada, cassintegrati, precari.
La rivoluzione, diceva qualcuno, non è un pranzo di gala e i toni dei commentatori (e talvolta anche degli admin) sono toni da guerrieri: ogni foto, ogni stato diventa l’occasione per ululare contro i politici parassiti e facce da culo (la ministra Kyenge ha il privilegio di essere chiamata anche scimmia e mangia banane) Con l’ingenuità tipica di chi non ha studiato, ognuno ha la sua teoria bislacca per risolvere la crisi: aboliamo il Senato, aboliamo l’esercito, togliamo lo stipendio ai politici, facciamo pagare le tasse agli immigrati, torniamo alla lira, alla mitica “sovranità monetaria” invocata in continuazione. È il gentismo, il populismo del Web, il divertimento preferito dell’altra metà del Web.
Eppure la storia (che queste persone, nella loro presunzione si rifiutano di conoscere) insegna che mai le rivoluzioni sono state opere di masse popolari armate di forconi. Al contrario, erano guidate da piccole elite di intellettuali che, approfittando di particolari momenti delle loro epoche, rovesciavano il regime precedente per instaurare il loro. Spesso anche dittature sanguinarie e feroci. I rivoluzionari non agivano sbavando su una tastiera (comportamento più da invidiosi che da ribelli) ma erano spinti da ideali, spesso figli di studi letterari o filosofici. Pronti anche a rischiare la vita, mentre su queste pagine Facebook si può leggere qualcuno dichiarare che il 9 dicembre non ci sarà. “Il capo non mi ha dato le ferie!”.