“Mankind is not merely a maximing animal. We are also, uniquely, the meaning-seeking animal”
Jonathan Sacks – The Dignity of Difference (Continuum, 2002)
L’Italia, per chi la osserva in questi giorni di fine 2013, e’ un gemello siamese con due corpi uniti dalle parti del cuore o, forse, del fegato: da un lato, la modernita’, rappresentata da una nuova generazione, piu’ o meno accidentale, di politici progressisti e di forze fresche ed energetiche, una classe dirigenziale trasversale, in fieri, in formazione, anche dentro al governo Letta, al Parlamento piu’ giovane e con meno teste titolate della partitocrazia di sempre. E nell’intorno, nei think tank, nelle professioni, negli uffici e dentro la societa’ civile che continua ad inventare maniere e modalita’ nuove di comunicazione e di collaborazione. La vittoria di Renzi non ha fatto che riconoscere questo stato di cose, la profonda liquefazione dell’offerta di contenuto e di idee. Le primarie del PD sono state come il tipping point, l’affermazione puntuale e, per un maturo entusiasta della mozione Renzi come me, inaspettata, di una nuova dialettica politica, voluta, desiderata ed ora presente. Il presente e’, da questo lato del gemello, un laboratorio di una nuova forma di progressismo, meno ossessionato dalle sigle, dalle correnti e dai posizonalmenti hegeliani, ma molto piu’ preoccupato dal rinnovamento dei diritti civili, dalla crescita economica come forma principale di redistribuzione del reddito e con nuova linfa di idee sul ciclo della vita di una persona, dall’educazione primaria, fino al primo mutuo. Il riformismo ad personam, quello che vuole massimizzare non solo il profitto, od il ritorno finanziario, ma quello sociale. Impact politicians.
Dall’altro, l’altro gemello, che e’ quello dell’irrompere chiassoso e chirurgico, dei forconi, la rabbia rurale e delle grandi periferie cittadine. Centinaia, forse migliaia di italiani, moltissimi uomini, che occupano non i centri citta’, che, diciamocelo, portare un trattore in Piazza del Popolo a Roma non si fa facilmente, date zone blu e di traffico limitato, ma in luoghi nuovi, insoliti, come uscite delle autostrade, rotatorie delle periferie, centri commerciali. Un messaggio chiaro, i signori che guidano questa rivolta ci capiscono di commerci e del fatto che, mentre una manifestazione in un centro storico non se la fila nessuno, farsi due ore di coda dalle parti di Piazzale Loreto snerva e sfibra proprio quella parte di societa’ che cerca di sopravvivere e di continuare la vita normale, in questi anni di crisi. Impedisci al potente di parlare, finisci su youtube o blob, impedisci alle madri di portare i figli a rugby o le figlie a danza, e scateni la rivolta popolare.
Non simpatizzo per niente con il gemello bilioso e provocatore che mi viene personificato dai leader del movimento dei forconi, ma credo fermamente che i due gemelli, quello riformista dei neodemocratici e quello restauratore e pseudogiacobino dei forconisti, abbiano una genetica simile, una oirgine comune che da un lato genera soluzioni, spunti e dall’altro rabbia ed ostruzion. Tutti e due sono il risultato di venti anni di assenza della politica vera dalle strade del paese, di silenzi pericolosi e di corruzione ad ogni livello della societa’. Come in una specie di esperimento alla Montaigne, esiste un’Italia che ha avuto accesso all’educazione, che ha avuto opportunita’ di educarsi, di vedere e cogliere le contraddizioni che ci sono state imposte, in forma di politici impresentabili, di soluzioni farlocche ai problemi del paese. Il gemello ribelle e forcaiolo, quello della folla alle rotatorie ed ai distributori di benzina, usa la rabbia e la minaccia come dialettica. E questo non va bene, ma racconta un paese che non ce la fa piu’, in cui le politiche di credito e di supporto alle masse ha fallito, dove l’intrattenimento ha sostituito la solidarieta’ come forma di distrazione di energie dal bene collettivo. Ed alla fine, alcuni degli spettatori del panem et circensem berlusconian-dalemiano sono venuti a prendersi la loro rivincita. Ma chi scende in piazza non lo fa pensando al futuro, ma sotto la spinta di altri, di agende di persone che vogliono oggi provocare, portare alla luce non i problemi, ma dissesto e confusione.
La maggioranza dell’Italia abbandonata dei disoccupati, dei rifiuti tossici sepolti sotto ai campi sportivi, delle famiglie senza soldi, vessata dai pagamenti di tasse che cambiano nome con ogni stagione, come neanche i gruppi di moda su Pitchfork, rimane silenziosa, senza capacita’ di intervenire e di far sentire le sue questioni piu’ pressanti. L’Italia degli onesti che si sentono molto uomini e poco caporali, oggi, non riesce a farsi sentire, nellla confusione delle diecimila voci che urlano. Allora, al primo gemello, a quello che ci prova, a cambiare, dico che in questo momento, la cosa piu’ importante da fare e’ approfondire, allargare il campo di consultazione, di ascolto della societa’, di quel grido di approvazione che i votanti alle Primarie del PD hanno dato, e che e’ la condizione assoluta di un vero cambiamento. E di una vittoria elettorale, appena sara’ possibile e giusto. Bisogna rendere maggioritarie non solo le soluzioni, ma anche la loro consultazione, la partecipazione alla creazione del futuro del paese (come hanno fatto gli amici dietro a Destinazione Italia, il nuovo piano per creare un ambiente piu’ favorevole agli investimenti).
I due gemelli di questa Italia strana, sospesa fra wifi ed alabarde, li chiamerei “ambizione” e “pretesa”. Da un lato, una generazione che ha l’ambizione e il talento per emergere, per sentirsi considerata matura ed adulta, per governare, dall’altro, quella parte del paese che pretende, che chiede, ma non sa ancora cosa chiedere, ma “a chi lo chiedo, e, se poi mi chiede qualcosa in cambio, cosa gli offro”. In mezzo, gli Italiani, le persone normali che devono essere convinte ad ambire, piuttosto che a pretendere, ad educarsi ad un cammino di cambiamento e di maturazione a cui ci siamo sottratti per troppo tempo, sospesi in una bolla mediatica.
Non credo esista un sogno all’americana applicabile in Italia, ma esiste un desiderio crescente di Ambizione Italiana, cioe’ la capacita’ di saper usare quella riserva di entusiasmo e di conoscenza, la capacita’ tutta nostrana di saper gestire la complessita’, una dote incredibile nella modernita’ delle infinite regole per ogni possibile liberta’. Per questo, il paese deve imparare la responsabilita’ verso gli altri, la legalita’ che origina dal rispetto mutuale delle regole, anche fiscali e di comportamento e la capacita’, che un tempo ci apparteneva, di prendersi rischi, di poter sbagliare, senza doverne pagare le conseguenze socialmente. L’Ambizione Italiana e’ questa capacita’ di poter contare su un sistema che favorisca la crescita individuale e professionale
L’Italia deve ambire, trovare il significato, quel senso di direzione e di spaesamento con il nuovo che diventa subito dopo familiarita’. Dovremmo svegliarci e pensare ogni mattina di essere in una terra straniera, non necessariamente ostile, ma diversa, da capire in ogni istante. Solo allora, potremmo scoprire che i due gemelli potrebbero essere separati, per scoprire che uno dei due, quello che alza il braccio, che usa parole grosse, orribili, che evoca una rabbia seminale e tribale, non esiste, ma era solo uno sdoppiamento di personalita’ del paese.
Ambizione: Italia.
SOUNDTRACK
They Might Be Giants – My Evil Twin