Scontri e contestazioni oggi alla Città Universitaria di Roma. I collettivi studenteschi hanno contestato i numerosi ministri presenti ad un convengo sulla Green Economy, una contestazione organizzata inizialmente contro i due ospiti d’onore Letta e Napolitano che però hanno disdetto l’impegno.
Come hanno riportato i giornali è stata una mattinata di tensione. Sono volate bombe carta e petardi e la controparte ha risposto con i manganelli. Un altro episodio nella calda storia della Sapienza, con la memoria storica che torna agli scontri di Valle Giulia, al sangue dei morti qui uccisi durante gli anni di piombo, la clamorosa cacciata di Lama.
La cronaca e i commenti dei fatti potete leggerli su qualunque altro quotidiano. Come le ragioni, giuste, della contestazione (anche se il metodo lascia un po’ perplessi: perché prendersela con la polizia? Perché provocare e insultare gli agenti?)
C’è un aspetto che mi ha colpito e che, a mio giudizio, smonta indirettamente una delle bufale circolate in questi giorni: il presunto sostengo delle forze dell’ordine ai cosiddetti Forconi. Il simbolo di questo presunto sostegno è nelle foto che ritraggono i poliziotti senza casco alle manifestazioni.
Eppure come si vede in queste foto –scattate dal sottoscritto dopo gli scontri, in un momento di calma– anche alla Sapienza i poliziotti si sono tolti i caschi.
Non per solidarietà con i collettivi (che urlavano “con noi non ve togliete il casco, bastardi!) ma appunto perché “erano venute meno le esigenze operative che ne avevano imposto l’utilizzo” come spiegava la nota della Questura di Torino nel tentativo (fallito?) di smentire questa leggenda metropolitana. Quando poco dopo lo scatto, è partito un altro corteo che sembrava rivolgersi verso la zona vietata, gli agenti hanno prontamente rimesso il casco. Per poi toglierselo di nuovo quando la manifestazione si è allontanata.
Ma la bufala è dura a morire.
Perché fa comodo ai Forconi che possono spacciare un sostegno che non hanno e fa comodo anche agli anti-Forconi che possono appiccare al movimento il sostegno di chissà quale forza eversiva e occulta.
Nel mezzo i poveri poliziotti. Pasolini e la sua invettiva contro i sessantottini non è mai stata così attuale.