di @fra_siciliano
COLPI DI SÓLE. La campagna elettorale si apre senza esclusione di…colpi. «La proposta della restituzione dell’Imu è una sóla» commenta sornionamente il sor D’Alema. A stretto giro di posta tuona Alfano: «D’Alema è una fonte attendibile in materia di sóle, avendo tirato con i governi di sinistra una sóla chiamata Irpef». (febbraio)
I SIGNORI DELLO ZOO.Battere la destra per governare il Paese, dice Bersani all’indirizzo del Cavaliere: «Smacchieremo il giaguaro». Il quale proprio non ci sta: «Mi piace il fatto che Bersani possa smacchiare il giaguaro riferendosi a me ma lo avviso che sotto le macchie troverà un leone». Monti, sentendosi tagliato fuori, continua sulla stessa scia: «E noi renderemo trasparenti i camaleonti». Chiude il giro Di Pietro, che a distanza di due giorni bacchetta il Prof: «Monti fa campagna elettorale facendosi ritrarre con un cagnolino? Io a casa mia ne ho 13, insieme a 12 gatti, una capra, una mucca che sta per partorire e 120 piccioni bianchi. Ma non mi sono mai fatto fotografare con loro». (febbraio)
PRESIDENT EVIL. «Berlusconi che vince le elezioni? Un film horror» commenta Monti ancora premier. (febbraio)
IL SIGNORE DEI TRANELLI. Gli ultimi botti di campagna elettorale arrivano quasi a sfiorare l’inverosimile. Il podio (c’è da chiederlo?) va a Berlusconi. Gli analisti hanno calcolato che in base alle sue proposte choc – eliminazione dell’Imu, restituzione di quella già versata, riduzione dell’Irap in cinque anni e dell’Irpef, le casse dello sarebbero andate in negativo per 64 miliardi di euro. A netto delle promesse di Monti per interventi su Imu, Irper e Irap, ne avremmo persi 30. Il Pd per ridurre l’Irpef, esentare dall’Imu i redditi più bassi, non aumentare l’Iva e abbassare di 5 punti il cuneo fiscale avrebbe prodotto una perdita di oltre 28 miliardi. In ultimo Giannino: per ridurre di un punto all’anno la pressione fiscale prevedeva una spesa per lo Stato di 75mld di euro. Cetto La Qualunque docet: «Gli dici due cazzate e quelli ti votano». Quelli, appunto, siamo noi e li abbiamo pure votati. (febbraio)
DA LA RUSSA CON “AMORE”. L’Ignazione nazionale a poche ore dalla chiusura delle urne (e “forte” di un 2% conquistato sul campo dai suoi Fratelli d’Italia) ha iniziato a sfottere l’avversario: «Non so come finirà. So che in ogni caso ho una grande e personale soddisfazione: quella di vedere le facce tanto sicure di vincere della sinistra, tornare di quel colore giallo-verdognolo del ’94». (febbraio)
SOTTO IL PARTITO NIENTE. Gianfranco Fini, rimasto fuori dal Parlamento, ha riunito i suoi per decidere le sorti di Fli. Lui, da buon capo, si è addossato tutta la colpa del fallimento e ha azzerato tutte le cariche. Tutte, tranne la sua. Partito semi-sciolto o evaporato? Fa niente, l’importante che ci sia una capo. O Kapo? (marzo)
EXTRA OMNES. Nonostante le suppliche di Bersani, Grillo non fa retromarcia, non è disponibile a scendere a compromessi né ad ammorbidire le sue posizioni. Niet categorico per un governissimo col Pd. «Mandiamoli tutti a casa» tuona. Dunque tutti fuori dalla Cappella Sistina. Pardon… dal Parlamento.
OBTORTO COLLE. La passione per la formazione del governo si intreccia inesorabilmente con la passione per il rinnovo del Presidente della Repubblica. Berlusconi avverte: «Se la sinistra prende anche il Quirinale è un golpe». (marzo)
SIC TRANSIT GLORIA MONTI. Pierferdinando Casini sputa del piatto (leggi partito) dal quale mangia: «Monti? Scelta (Civica) sbagliata». Poi continua proponendosi – perché no? – pontiere dell’inciucio: «Ora patto tra Bersani e Berlusconi».
NON SO L’ETÀ. A Quirinarie grilline in corso Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera dei 5 Stelle, si è lamentata degli italiani che eleggono al Colle presidenti troppo avanti con l’età, più adatti a fare i nonni o gli ospiti delle case di riposo: «Una certa età anagrafica? Non mi sembra ci sia scritta nella Costituzione». La giornalista le fa notare che l’età minima, scritta proprio dalla Costituzione, è di 50 anni. L’impavida grillina allora prontamente ha corretto il tiro: «Sì, cioè… nel senso che non c’è scritto dagli 80 anni in su». Si salva in zona Cesarini, la Lombardi. Eppure i 5 Stelle, quando occuparono l’Aula, non recitarono la Costituzione? Essì, ma evidentemente si fermarono all’art.83. (aprile)
CAVE D’ALEMAM. Il Lider Maximo D’Alema, additato come capobanda dei 101 franchi tiratori di Prodi, ha cercato di scrollarsi le accuse. E con il solito aplomb tira giù una chicca: «Io? Non ho silurato Prodi. Anzi: querelerò chi lo dice». (aprile)
VOMITO ERGO SUM. Che fine ha fatto Nicole Minetti? «La politica – dice lei – solo a pensarci mi viene il vomito. Potrei lasciare l’Italia per sempre e tornare a fare l’igienista». (maggio)
ATTENTI AL LUPI. Matteo Renzi lo dice fuori dai denti: «Ho incontrato Lupi che mi ha detto: “Matteo, ma tu l’avresti mai detto che sarei diventato ministro?”». (maggio)
IL FAVOLOSO MONDO DI GHEDINÌ. Nicolò Ghedini nel corso dell’aringa di difesa per Berlusconi: «Ruby? E’ una ragazza con una forte tendenza a fantasticare». (giugno)
LO VEDI, ECCO MARINA. E mentre il sindaco di Firenze, dopo il fallimento di Bersani al governo, inizia a farsi “strada”, nel centrodestra si apre la lotta per la successione. La Biancofiore ne è sicura: «Noi un Renzi molto più serio, preparato e affidabile lo abbiamo già: Marina Berlusconi». (giugno)
SGARBI QUOTIDIANI. «Sarebbe meglio che Pompei stesse fuori dalla Campania. A Berlino per esempio…» dice Sgarbi. (luglio)
KAZACHI AMARI. Paradossale gaffes di Ignazio La Russa sull’affaire kahzaco: «Se non siete riusciti a liberare i due marò, come pensate di far tornare i due kazachistani?». (luglio)
LA GUERRA DI PIERO. «Prego il buon Dio – dice Piero Ostellino – di farmi morire prima di leggere di me “il grande giornalista”». Secca la risposta di Travaglio: «Tranquillo Piero». (luglio)
VACANZE ROMANE. Grillo bacchetta i suoi discepoli, rei i non far nulla in Parlamento: «Fuori dal M5S chi si guarda l’ombelico». E da allora abbiamo saputo cosa facevano i grillini a Roma, in Aula: si guardano l’ombelico! (settembre)
CHI NASCE ROTONDI… L’ex ministro Gianfranco Rotondi si è candidato (salvo poi ripensarci) alla leadership del Pdl. Ma c’è chi ha sorriso e c’è pure chi ha riso. «Non è giusto – si è lamentato lui – mi candido io e tutti ridono, si candida Renzi e nessuno dice niente…perché?». (settembre)
TRAVAGLIO GASTRICO. Bagarre a La zanzara tra la pidiellina Maria Elisabetta Casellati, e Marco Travaglio: «Travaglio? Non riesco nemmeno a guardarlo, non mi fa digerire». (settembre)
LA PRINCIPESSA SUI FAGIOLINI. Lo confessa Francesca Pascale: «(a Chez Berlusconi, ndr) dovevo intervenire: pagavamo i fagiolini 80 euro al chilo». Sempre meno delle… patate! (ottobre)
L’AEREO(PORTO) PIU’ PAZZO DEL MONDO. Gianfranco Rotondi dixit: «Tra vent’anni decolleremo dal Parigi-Charles De Gaulle e atterreremo al Roma-Silvio Berlusconi». (ottobre)
BIANCO, ROSSO E VERDINI. Verdini-choc a Report: «Sì ho preso soldi a nero, ma è una cosa normalissima». (ottobre)
QUEL MOSTRO DI SUOCERA. Mario Sechi scherza sulle intercettazioni degli Usa: «Sono più tranquillo se le mie telefonate vengono ascoltate dagli americani, piuttosto che da mia suocera». (novembre)
(ER) BATMAN RETURNS. Franco Fiorito, l’ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio, uscito dal carcere ha deciso si denunciare «le folli spese che i miei colleghi (sic!, ndr) consiglieri regionali, sciupavano per feste, cene, ostriche e champagne», ma alla fine solo lui ha dovuto “pagare” con la galera. Ora che il peggio è passato lui è sereno e pacioso, trascorre le giornate ad Anagni «scrivendo: tra un paio di settimane uscirà il libro che ho iniziato mentre ero in carcere e in cui ricostruisco i meccanismi di un sistema perverso e degenerato». (novembre)
VERBA VOLANT CRISI MANET. Il premier Letta ne è sicuro: «La ripresa non si vede, ma c’è, è a portata di mano». (novembre)
IUS ASFALTANDI. D’Alema “attacca” il governo: «Riparate l’asfalto vicino alla mia Fondazione! È in centro, mica a Torbellamonaca!». (novembre)
NEL BLU DIPINTO DI BLU. Alfano alla presentazione del simbolo del Nuovo Centrodestra: «Da oggi la squadra gioca con il blu, perché è un colore che dà forza, perché è la forza del mare e la bellezza del cielo. È il sogno di Mirò, è il colore della felicità, è…». Sembra quasi interromperlo Capezzone: «Sembra il modello della dichiarazione dei redditi, la grafica è quella degli F24». (dicembre)
CODICE DA VINTI. Pippo Civati, battuto da Renzi alle primarie, all’indomani della sconfitta, cerca – come si dice a Roma – di metterci una pezza: «La cosa più bella di queste primarie? Il ritorno di Prodi». Tra il serio e il faceto. (dicembre)
ADDA VENI’ BUFFONE. Renzi nel suo primo discorso da segretario sfida Grillo: «Noi rinunciamo ai rimborsi e tu ti impegni sulle riforme. Se non ci stai sei un buffone». (dicembre)