Accade anche questo nel nostro Parlamento, cioè che i dirigenti di un Partito per buttarla in caciara, come si usa dire in quel di Roma, se la prendano con i 5 Senatori a vita nominati dal Presidente Napolitano.
Ma innanzitutto vediamo quali sono i requisiti della nomina a Senatore a vita: nell’ordinamento giuridico italiano è una carica cui accedono, di diritto, i Presidenti emeriti della Repubblica, una volta ultimato il mandato presidenziale. Essi sono definiti Senatori di diritto e a vita (secondo l’art. 59, comma 1 della Costituzione). Inoltre, il Presidente della Repubblica può nominare cinque Senatori a vita tra i cittadini italiani che abbiano «illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario» (secondo l’art. 59, comma 2 della Costituzione).
Per cui mi par chiaro che Mario Monti, Claudio Abbado, Renzo Piano, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia rientrino a pieno titolo nella succitata categoria. Del primo sappiamo tutto, il secondo è uno dei più grandi e famosi direttori d’orchestra al mondo, il terzo un vate universalmente riconosciuto dell’architettura, la quarta una delle più importanti ricercatrici mondiali nel campo delle neuroscienze e della ricerca sulle staminali ed il quinto è un premio Nobel per la fisica.
A questo punto mi chiedo quali siano le (reali) motivazioni delle critiche di Renato Brunetta, Sandro Bondi e Maurizio Gasparri, nonché di tutta #ForzaItalia, rispetto queste nomine?
Ma mi domando anche quali siano i requisiti per cui questi parlamentari siedono nelle aule di Montecitorio e Palazzo Marini, visto che di sicuro non hanno mai «illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario»? Ne tanto meno per volontà popolare, visto che l’attuale (fortunatamente appena abrogata dalla Corte Costituzionale) legge elettorale non consente ai cittadini di esprimere nessuna preferenza.
Mistero.