Secondo diversi editorialisti il nuovo segretario del Partito Democratico Matteo Renzi avrebbe avuto il merito di cancellare gli anni ’70 e le ideologie dal dibattito politico in Italia. «Oggi abbiamo un segretario del Pd che è andato in prima elementare quando erano già cominciati gli Anni Ottanta e un presidente del Consiglio che in quel decennio ha fatto il liceo» ha scritto Mario Calabresi, direttore de La Stampa. Peccato che invece l’ideologia e il rancore tra fascisti e anti fascisti siano ancora ben presenti tra noi. Lo dimostra la rivolta dei Forconi che rischia di riportare indietro le lancette della nostra storia di almeno 60 anni. Nel movimento che in questi giorni sta sfilando a Milano ci sono anche esponenti di estrema destra. Il comitato antifascista di zona 3 di Milano se ne è accorto. E per questo motivo ha diramato un comunicato dove racconta per filo e per segno chi c’è in questi giorni in manifestazione con i Forconi. Qui di seguito la nota.
La protesta popolare di Piazzale Loreto, luogo simbolo di Milano Medaglia d’Oro della Resistenza, è stata strumentalizzata dai neofascisti che ne hanno oramai preso il controllo.
Ieri si sono visti tutti i peggiori personaggi e gruppi dell’estrema destra nazi-fascista. L’improvvisato corteo che ha sfilato in Corso Buenos Aires era guidato dal noto provocatore Carlo Lasi, segretario milanese del Fronte Sociale Nazionale di Adriano Tilgher e Stefano Delle Chiaie. In prima fila era riconoscibile il famigerato “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini, segretario lombardo della Destra di Storace, che quando era presidente di zona 3 per AN, ha proposto di intitolare proprio Piazzale Loreto al dittatore Mussolini. Al presidio si sono visti il leghista Valerio Zinetti, vicino al gruppo nazista di Lealtà e Azione, e Marco Marsili del Partito Pirata. Ma la presenza più ingombrante e numerosa è stata quella della Fiamma Tricolore presente con una trentina di attivisti, arrivati anche da Varese, che hanno girato, facendo saluti romani, per Piazzale Loreto, con uno striscione nero, con caratteri runici, contro le banche, guidati dal loro segretario nazionale Attilio Carelli e da Gabriele Leccisi, figlio del gerarca fascista Domenico. A dar manforte alla presenza fascista in piazza anche noti malavitosi del quartiere ed i più violenti ultras delle curve di San Siro che hanno minacciato più volte i partecipanti in dissenso, studenti e lavoratori, ed esponenti delle forze democratiche ed antifasciste. Lo stesso portavoce della protesta, Ciube Di Leo, si è dichiarato di destra in una intervista. Via i fascisti da Piazzale Loreto e da tutta Milano: ora e sempre RESISTENZA!
Ma la storia non finisce qui. Perché da un paio di settimane si segnalano risse e polemiche sempre tra fascisti e anti fascisti nel capoluogo lombardo. L’ultima sempre in consiglio di zona 3, durante un’iniziativa per la Giornata della Memoria che si celebra il 27 gennaio per ricordare le vittime del nazismo e del fascismo: si stava discutendo dell’assegnazione dei contributi insieme con Saverio Ferrari di Osservatorio Democratico. Come si legge qui: «Alcune decine di persone, tutte molto giovani, della sigla “Rotta di Collisione” hanno fatto irruzione nell’aula del consiglio di zona impedendo di fatto il proseguimento del dibattito. I manifestanti hanno parlato con un megafono per protestare soprattutto per la scelta della maggioranza di invitare Saverio Ferrari (Osservatorio democratico) a partecipare ad alcuni dibattiti nelle scuole, affermando che era stato condannato con l’accusa d’avere partecipato ad un’aggressione a sfondo politico nel 1976 al bar Porto di Classe.». Dice Pietro Bussolati, segretario milanese del Pd: «simili episodi ci riportano a quei tempi bui che vorremmo aver consegnato alla storia. È bene non abbassare la guardia. Mi appello a tutte le forze politiche perché si combatta anche culturalmente questa degenerazione».