Se dovessimo attribuire un’identità all’anno venturo, potremmo etichettarlo come anno antimafia. O almeno così inizierà il 2014. Nella memoria e nel ricordo delle vittime delle mafie.
Il 5 gennaio, nell’attesa dell’Epifania, RaiTre proporrà in prima visione e in prima serata un docufilm su Pippo Fava dal titolo “I ragazzi di Pippo Fava“, regia di Franza Di Rosa, ideato e scritto da Gualtiero Peirce e Antonio Roccuzzo. Quest’ultimo, fu uno dei “carusi”, uno dei ragazzi di Pippo Fava che lavorava al mensile “I Siciliani”, giornale d’inchieste antimafia. La pellicola è prodotta da Cyrano New Media e Rai Fiction. Sviluppato su tre linee di racconto: la fiction, i video di repertorio e le testimonianze di Claudio Fava, figlio di Pippo, e Roccuzzo. L’anteprima è prevista alle ore 20 del prossimo 23 dicembre presso il Teatro Bellini di Catania. Nel cast anche Leo Gullotta insieme a un gruppo di attori giovanissimi.
Andrà in onda in prima tv il 5 gennaio, in occasione del trentennale dall’assassinio di Giuseppe Fava, siracusano, nato il 15 settembre del 1925 e ucciso da Cosa Nostra a Catania nel 1984, a sei anni dall’uccisione di Peppino Impastato. Laureato in Giurisprudenza, scrittore, sceneggiatore, fondatore de “I Siciliani” e direttore de “Il Giornale del Sud”. Pippo infatti era anche e soprattutto giornalista, anzi, “giornalista giornalista”. Libero e indipendente. Diciamo che era il Giancarlo Siani della “Trinacria”. Un’intellettuale vero e proprio.
“A che serve essere vivi se non si ha il coraggio di lottare?”. Pippo lottò fino alla fine. Fino alla sera del 5 gennaio, quando alle 21.30 nella sua Renault 5, venne trucidato da cinque colpi di pistola alla nuca davanti al Teatro Stabile di Catania.
“Mi rendo conto che c’è un’enorme confusione sul problema della mafia. I mafiosi stanno in Parlamento, i mafiosi a volte sono ministri, i mafiosi sono banchieri, i mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della Nazione. Non si può definire mafioso il piccolo delinquente che arriva e ti impone la taglia sulla tua piccola attività commerciale, questa è roba da piccola criminalità, che credo abiti in tutte le città italiane, in tutte le città europee. Il fenomeno della mafia è molto più tragico ed importante…”. Pippo sfidò il potere, il malaffare, la casta, sfidò la vera mafia. Fu uno dei primi ad accorgersene che la mafia è nei Palazzi, nella politica e tra i colletti bianchi. Pochi giorni prima di essere ucciso, intervistato da Enzo Biagi in tv disse: “Io ho visto molti funerali di Stato: molto spesso gli assassini erano sul palco delle autorità”.
Non bastava ammazzarcelo. Abbiate paura mafiosi. Pippo Fava vive.