An “enhanced biweekly”. Così, da marzo 2014, il New York Magazine uscirà ogni due settimane. Il primo a darne notizia è stato David Carr, media columnist del New York Times che ieri ha scritto: “Si rischia di perdere qualcosa nel cambio di ritmo di pubblicazione di un periodico che è stato un settimanale per oltre 40 anni”.
Certo, le abitudini del lettore. Ma le motivazioni dell’editore, il New York Media, sono state affidate a un comunicato stampa che recita testuale: “Reinventing the print magazine as a more substantial, more durable, and more visual product, while growing its digital offerings.”
Ora, la CNN ha bollato la mossa come un “positive spin on the cutback”; tuttavia, secondo Samir Husni, professore alla University of Missippi e direttore del Magazine Innovation Center, “Dal momento che il business model degli editori negli Stai Uniti è in larga parte basato sulla pubblicità e non sulla vendita delle copie, andremo incontro a sempre maggiori annunci di questo genere”.
A confermare il trend alcuni studiosi tra cui Mr Sid Holt, a capo dell’American Society of Magazine Editors, che dice: “C’è una continua crescita di mensili, bimensili e trimestrali. Gli editori stanno cercando nuove opportunità per raggiungere nuove audience”.
La decisione di passare a un magazine di questo tipo era nell’aria da tempo, conferma Anup Bagaria, ex CEO di New York Media. Però non c’era niente di definitivo. Quando era a capo della struttura, racconta al sito della CNN, si cercavano spazi nuovi per mettere in condizione l’azienda di guardare con al futuro. E il web fu scelto come soluzione. Peraltro con ottimi risultati, a guardare gli oltre 7 milioni di visite mensili e il riconoscimento di uno dei siti tra i più innovativi e di successo al mondo nel settore. Un sito che continua ancora a crescere: nuovi blog sono stati nel frattempo aperti e nuovi blogger e adv salesmen stanno per essere assunti.