Queste presunte rivoluzioni tendono all’involuzione. Prendete per esempio un Che Guevara, il quale istruiva i propri sottoposti. Pensate a Gentile, che appoggiò l’esperimento fascista per cambiare radicalmente la scuola. Il tentativo rimaneva, in teoria, il medesimo: cercare di migliorare. Parola orrenda, adesso. Simbolo pretenzioso e arrogante. Utensile prediletto dagli intellettuali snob fumatori di pipa. Che orrore.
Nelle democrazie mediatiche, invece, bisogna livellare. “Parra cumu mangia”. Bisogna diventare appetitosamente approssimativi.
Nel popolo c’è di tutto. Questa parola non è per nulla un comune denominatore di virtù, ma di differenze ( degne e non degne di rispetto). Quando si pronunciano le parole: cittadini, popolo, elettori, ecc… Si dice tutto e niente! Forconi, Berlusconi, Grillo, Lega, per favore, fermatevi e riflettete!
Alla base di tutta questa mediocrità vige un principio autoritario e narcisista: io vado bene così, e non devo apprendere nulla.
Devo solo P R O C L A M A R E. Non cerco in te, uomo di Stato, un progresso, ma solo una conferma.
Peracottari!
Peracottari!