In Italia non è tutto brutto. Magari la società possiede delle tendenze univoche e direzionali, delle brutture ataviche e culturali, ma fortunatamente le persone non sono tutte uguali. Alcune vanno avanti nonostante l’evidenza. Nella scena pubblica, sorretta ormai da cassandre, profeti, guaritori, c’è qualcuno di cui possiamo essere sobriamente orgogliosi. In silenzio ha portato a compimento un percorso, ponendo di fronte alla sua persona i sogni, le speranze, ma soprattutto, il lavoro.
Privo di quella megalomania tipica dei tiranni e dei santoni, regala a tutti l’umiltà disinteressata dell’obiettivo. Questo tragitto riassume forse la vocazione pionieristica del Sapiens: la curiosità attiva. Quella curiosità che ci spinge a varcare un confine, a confutare una convinzione diffusa, ad accettare uno stile di vita.
Galileo diceva che la verità è spesso contro intuitiva. Forse lo è persino il merito. Di solito si viene attratti dalle luci più intense, dai rumori più forti e dagli odori più inebriante, comportandoci più da insetti che da uomini.
Quindi, nello scenario attuale, l’unico uomo dell’anno, a mio avviso, si chiama: Luca Parmitano.