Secondo un sondaggio del Global Times, condotto agli inizi di questa settimana in vista del 120° della nascita di Mao Zedong, la traiettoria politica del Grande Timoniere sarebbe segnata più dai successi che dagli errori. Una visione che confermerebbe, quindi, il giudizio ufficiale del Partito comunista cinese, risalente alla VI sessione plenaria del Partito comunista cinese del 1981: “I suoi meriti occupano il primo posto, mentre i suoi errori non occupano che un posto secondario”.
Per il 90% degli intervistati il più grande merito è quello di aver ricondotto la Cina ad una condizione di indipendenza attraverso un lungo processo rivoluzionario (riassunto dalla nota espressione “La Cina si è levata in piedi!”). Per il resto, ben il 78,3% si dice concorde con la linea di pensiero che attribuisce a Mao più meriti che demeriti (il 6,8% è fortemente d’accordo), mentre solo un 11,7% è in disaccordo.
La nostalgia per Mao che emergerebbe da questo sondaggio sarebbe da collegare, sempre secondo il Global Times, ai ricordi dei più anziani per un’epoca di maggiore equità (verso il basso) di contro ad una situazione attuale caratterizzata da un crescente divario di ricchezza.
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Tra i demeriti ci sono per l’80% il lancio della Rivoluzione culturale, per il 60% il “Grande Balzo in avanti”, mentre il 46% deplora il culto della personalità che ha circondato il Grande Timoniere. Tra coloro che hanno un’opinione più negativa dell’operato di Mao, emerge la preoccupazione che le contraddizioni della Cina contemporanea possano alimentare a livello popolare la speranza in una nuova e risolutiva rivoluzione culturale.
Mao Zedong