Pensiero liberoMilano ha bisogno di sognare

Milano ha bisogno di sognare Certo le risorse economiche sono limitate e il Patto di stabilità è un orpello pesante. Ma Milano ha anche bisogno di sognare e l’Expo non può essere il sogno. Expo è u...

Milano ha bisogno di sognare

Certo le risorse economiche sono limitate e il Patto di stabilità è un orpello pesante. Ma Milano ha anche bisogno di sognare e l’Expo non può essere il sogno. Expo è un’operazione gigantesca che sicuramente rappresenterà un volano economico per la città, ma per essere vissuta come una suggestione ha bisogno ancora di essere “masticata” dai milanesi e soprattutto arricchita di proposte coinvolgenti e qualificanti. Neppure la Città metropolitana può essere considerata un sogno anche perché Roma l’ha letteralmente svuotata e ora rischia di trasformarsi in un’inguardabile ed inutile carrozzone. L’assessore Franco D’Alfonso ha buttato, con le sue dichiarazioni, un macigno nello stagno. Ed è molto significativo che tutto questo provenga proprio da lui che è il maggior rappresentante della lista Pisapia. La giunta arancione sta virando oltre la metà del suo mandato e rischia di non lasciare segni tangibili per il futuro. Questa è una città che non sopporta di vivere sottodimensionata. E’ la grande capitale della finanza, della moda, dei media. E’ una città europea che vuole confrontarsi e giocarsi il suo ruolo con Londra, Parigi, Berlino e Madrid. Vuole anche sognare. Vuole sognare di avere periferie godibili, di produrre un housing sociale sufficiente ad interagire positivamente con la crisi economica, richiede progetti di cultura vasti, una mobilità sostenibile che vada oltre AriaC, vuole sognare di partecipare alle scelte e non leggerle invece dai giornali. I programmi elettorali sono spesso libri dei sogni, ma Milano chiede un progetto-sogno realizzabile a breve termine, in questi ultimi due anni di legislatura, e che sappia proiettarsi nei prossimi cinque anni. Credo che non manchi il tessuto sociale pronto a recepire una proposta credibile, la nostra città infatti è sempre stata pronta al nuovo. Sono convinto che la benestante borghesia milanese sia disponibile a partecipare anche economicamente a questo processo, se coinvolta, come ha sempre fatto dal Dopoguerra. Il Lirico era un’occasione per dimostrarlo, peccato averla persa. Ripristinare la sovranità della vera politica e volare alto. Insomma andare oltre l’ordinaria amministrazione e il vivacchiare quotidiano, con coraggio e idee.

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