Intanto i soldi: 50 milioni di dollari dei 250 promessi per tirare su la venture giornalistica nata via Twitter tra il patron di eBay, Pierre Omidyar, e il giornalista del caso NSA, Gleen Greenwald.
Poi le città: New York, San Francisco e Washington. Ovvero i luoghi dove quei 50 milioni saranno investiti per metter su gli uffici.
Il nome: non più NewCo, ma First Look Media.
E i ruoli: lui sarà l’editore. Giovani talenti attratti e trattenuti in redazione con Greenwald a fare da direttore d’orchestra.
Infine il modello di business: un mix tra profit e no profit per finanziare il giornalismo attraverso la tecnologia. Un po’ come fa il Guardian.
Dice il comunicato stampa: “First Look Media è composta da numerose entità, inclusa un’azienda dedicata allo sviluppo di tecnologia new media e una realtà no profit”.
In altri termini, come spiega dal suo blog Press Think Jay Rosen, consulente di Omidyar e professore alla NYU: “Servizio pubblico e giornalismo d’inchiesta sono stati sempre supportati da qualcosa: pubblicità, donazioni (come nel caso di ProPublica) o business unit correlate, come accade in Bloomberg dove i servizi professionali finanziano le news”.
“First Look Media, conclude Rosen, aggiungerà a tutte queste forme un’ulteriore fonte di ricavo: i profitti che derivano da un’azienda specificamente focalizzata sullo sviluppo tecnologico per la produzione, la distribuzione e il consumo delle news”. Tipo Atavist.
Che la storia cominci.