Slavoj Žižek, filosofo sloveno di popolarità mondiale, ha pubblicato qualche giorno fa un proprio intervento per la sezione « comment is free » del britannico ‘Guardian’. Nell’articolo, Slavoj interpreta a modo suo quanto accaduto alla cerimonia per Nelson Mandela, quando un « finto » interprete del linguaggio dei muti (Thamsanqa Jantjie) ha provocato un piccolo scandalo.
« Le nostre vite sono per lo più un misto di noia e di spiacevoli sorprese », attacca il filosofo, nel suo stile diretto e iconoclasta : « ma di quando in quando accade qualcosa che rende la nostra esistenza degna di essere vissuta. Come nel caso della cerimonia di commemorazione per Nelson Mandela, della scorsa settimana ». Žižek prosegue nel raccontare i dettagli di quanto accaduto. L’interprete, che sarebbe in effetti un vero interprete (dal passato, peraltro, non troppo esemplare, avendo subito cinque arresti per furto, stupro e danni) al momento della cerimonia sarebbe stato colto da un attacco di schizofrenia. E avrebbe, come noto, improvvisato. Traducendo in modo errato o, meglio, non traducendo affatto.
Žižek si interroga sulle reazioni all’accaduto e cerca di spiegare il motivo per cui tanta parte dell’opinione pubblica mondiale si sia indignata. « Il nodo centrale del problema è : gli interpreti del linguaggio dei segni sono veramente lì per i sordi ? Oppure sono lì perché servono a noi, a chi – munito d’udito – ha bisogno di essere rassicurato, perché sta facendo la cosa giusta, prendendosi cura di chi è svantaggiato ? ».
Il filosofo prosegue raccontando come, « durante le prime elezioni ‘libere’ in Slovenia, nel 1990, in una delle trasmissioni elettorali di uno dei partiti situati più a sinistra, il candidato stava dando il proprio messaggio accompagnato da un interprete del linguaggio dei segni (una giovane donna). Ognuno di noi poteva ben capire che la sua traduzione non era destinata ai sordi, ma a noi, i votanti ordinari : il vero messaggio era che il partito stava dalla parte degli handicappati e dei marginalizzati ». « Era come uno di quei grandi eventi organizzati per solidarietà, che non sono davvero organizzati per i bisognosi, ma per noi, perché ci fa sentire capaci di fare qualcosa di grande, di buono ».
« Ecco perché i gesti di Jantjie hanno causato un effetto così straniante, non appena è stato chiaro che essi non avevano senso ». « Il messaggio che hanno trasmesso era vero anche per la cerimonia nel suo complesso : tutte le lacrime di coccodrillo versate dai presenti sono state mostrate per quello che sono veramente, cioè nonsense. Quello che i leader mondiali stavano celebrando era semplicemente il rinvio della vera crisi, che esploderà necessariamente quando i poveri neri del Sud Africa cominceranno ad agire come un agente politico collettivo. Era a loro che si stava indirizzando il messaggio di Jantjie, e il messaggio era : a questi politici, di voi, non frega niente. Attraverso la sua falsa traduzione, Jantjie ha reso palpabile la falsità dell’intera cerimonia ».