Sono libri, non lavatrici

Oggi il governo ha annunciato un provvedimento che, secondo le intenzioni, dovrebbe agevolare la ripresa del settore editoriale in Italia. In sostanza, far comprare più libri. Si tratta di una misu...

Oggi il governo ha annunciato un provvedimento che, secondo le intenzioni, dovrebbe agevolare la ripresa del settore editoriale in Italia. In sostanza, far comprare più libri. Si tratta di una misura che durerà per i prossimi tre anni e che garantirà un’agevolazione pari al 19% del costo di copertina fino a 2mila euro si spesa, 1000 per i libri scolastici e 1000 per tutti gli altri. 

Ho letto moltissimi commenti entusiasti, in giro sulla rete e sulle agenzie, da parte di addetti ai lavori, ma anche normali lettori, quasi fosse la salvezza per l’intero comparto, che negli ultimi anni ha vissuto il periodo più nero di sempre, e non ne è certamente ancora uscito.

Ora, non voglio spegnere i facili entusiasmi, però mi sembra che sia un grosso problema in tutta questa faccenda, ed è esattamente quello che sta affossando la grande editoria italiana da anni: la convinzione che i libri siano prodotti come tutti gli altri, e che quindi possa bastare renderli convenienti per aumentare le vendite. Come una lavatrice.

Credere una cosa del genere è non avere capito di cosa si sta parlando. Perché un libro non è una lavatrice, né una macchina, né un telefonino. Il libro non è esattamente un oggetto, anche se a prima vista ci assomiglia molto. 

I libri si vendono se si fanno bene e se ne si fanno di meno (ad oggi vengono pubblicati circa 60mila libri all’anno). I libri si vendono se si investe sulla cultura e sulla scuola. I libri si vendono se si combatte la monocultura delle major e se si limitano i poteri delle grandi concentrazioni editoriali. I libri si vendono se non si trattano da lavatrici e se si torna a trattarli come libri. I libri si vendono anche se noi giornalisti ricominciamo a parlarne sul serio, come meritano.
Non è una missione facile, però se non ci si prova nemmeno è certamente impossibile. Perché una cosa è certa, i libri non si vendono da soli.

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