Malignano i (soliti) bene informati che l’emendamento, volto a ad imporre al Comune di Roma la cessione di quote di Acea (la società capitolina che detiene il monopolio su acqua ed energia, oltre che una delle poche con bilancio in attivo) della Senatrice di Scelta Civica (ex PD, ex API, ex Assessore del Comune di Roma…) Linda Lanzillotta sia stato “telecomandato” dal noto costruttore romano Caltagirone.
In effetti però qualche sospetto potrebbe venire anche e meno maligne persone, se consideriamo che (guarda caso) il socio più importante di Acea, dopo il Comune di Roma che detiene la maggioranza, è proprio Francesco Gaetano Caltagirone con un imponente 16%.
Ed è interessante notare la (casuale?) tempistica del provvedimento della Senatrice montiana, stranamente avvenuto a pochi giorni dalla faticosa approvazione del Bilancio comunale, ottenuta anche grazie agli utili portati alle magre casse capitoline proprio da Acea. Infatti una vendita di quote azionarie adesso sarebbe decisamente vantaggiosa per eventuali acquirenti che potrebbero comprarle a prezzi da saldi. Tant’è che solo l’idea, immediatamente smentita dal Sindaco marino, di un’eventuale (s)vendita delle azioni comunali ha fatto perdere 1 punto al titolo in Borsa.Spunto Il Pd ammette che Conte è caduto per ragioni politiche, ma non vuole dirci quali Il dibattito innescato dalle parole di Goffredo Bettini sulla caduta del governo Conte, dovuta a suo giudizio a «una convergenza di interessi nazionali e internazionali che non lo ritenevano sufficientemente disponibile ad assecondarli», ha permesso di chiarire molte cose dentro il Partito democratico. L’iniziativa dei cittadini europei per chiedere all’Ue la fine degli allevamenti in gabbia Niente gabbie per gli animali allevati in Europa. La richiesta di quasi un milione e mezzo di europei arriva forte e chiara alle istituzioni di Bruxelles. Al Parlamento europeo si è discussa ieri un’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) che punta a cambiare radicalmente i sistemi di stabulazione. Ora toccherà alla Commissione fornire un quadro legislativo adeguato per rispondere ai promotori. Il ritiro dall’Afghanistan e il fallimento della politica occidentale Un fallimento. Non c’è altra parola per definire l’esito di ben vent’anni di intervento Nato in Afghanistan che si chiuderanno l’11 settembre 2021, secondo quanto dichiarato dal presidente americano Joe Biden. Il Fridays For Future deve entrare nelle stanze in cui si prendono le decisioni Nell’ultimo anno i manifestanti per il clima hanno saputo alzare la voce e farsi sentire nelle piazze e nelle città. Lo hanno fatto con una minor presenza in strada ma con un’attività online più diffusa e frequente. Perché, nonostante abbia catalizzato tutte le attenzioni, il virus non ha potuto nascondere gli incendi devastanti in California, Brasile e Australia, né la morte di decine di migliaia di uccelli nel Sud-Ovest degli Stati Uniti o l’invasione di locuste nel Corno d’Africa. La diplomazia è la chiave per capire il presente La percezione comune nel Paese è che l’Italia sia fondamentalmente divisa tra Nord e Sud. È una visione rafforzata da una certa tendenza di “raddrizzare” un pochino la Penisola sulle mappe che appaiono nei libri scolastici di modo che la si possa raffigurare in una sola pagina. La cosa però lascia intellettualmente disarmati riguardo alle divisioni Est/Ovest. Il fallimento del regionalismo italiano, e i suoi responsabili Il Covid-19 ha illuminato crudelmente ogni ruga, ogni macchia, ogni neo del nostro Paese. L’assetto politico, istituzionale e amministrativo italiano costruito nei 160 anni precedenti, non è più in grado di accompagnarci dentro il nuovo secolo. Dall’«Anonima partiti» alla «Casta», breve storia del populismo cattodemocratico Da anni mi interrogavo intorno al nesso tra una certa religione del maggioritario, affermatasi in Italia sull’onda dei referendum Segni, e la retorica populista e antipolitica che da allora in poi ha dominato il discorso pubblico nel nostro paese, mantenendo sempre ben visibili i segni della temperie in cui era nata: tra la caduta del muro di Berlino e l’esplosione dell’inchiesta Mani Pulite. L’aeroporto in Albania che minaccia la rotta degli uccelli migratori Tra le rotte più affollate dagli uccelli migratori, nel loro faticoso viaggio di andata e ritorno tra Africa ed Europa, ce n’è una che sorvola la Laguna di Narta, nella costa sud-orientale dell’Adriatico. Biden vuole ricostruire l’America, salvare il pianeta e tenere a bada la Cina (ecco un programma riformista) Vaccinare è l’unica cosa che conta, ma le formidabili gesta di Joe Biden e del suo staff di clintoniani e obamiani della Casa Bianca stanno alimentando un bel dibattito ideologico sul cambio di paradigma impresso dal presidente americano alle politiche economiche dell’America e dell’Occidente. Porti chiusi, taxi del mare, no vax e altri punti di riferimento fortissimi che il Pd non dovrebbe ignorare È primavera, stagione in cui a sinistra, ovunque si posi lo sguardo, si può vedere sbocciare, se non un nuovo partito, come minimo una nuova corrente, che ovviamente «non sarà una corrente», semmai «un’area di pensiero plurale» (come da ultimo ha ripetuto ieri al Corriere della Sera Goffredo Bettini, a proposito della sua, che sarà battezzata dopodomani). Area di pensiero cui si accompagnerà perlomeno, potete scommetterci, un nuovo manifesto, capace di suscitare – e all’occorrenza resuscitare – un largo dibattito, un’ampia riflessione, un confronto di idee, naturalmente anch’esso ricco e plurale. L’ascesa di Lucid, il marchio che sfida Tesla sulle auto elettriche Tesla non è più da sola. La corsa verso una tecnologia di ultima generazione, nel rispetto dell’ambiente, applicata al mondo dell’automotive, si fa più competitiva con la scesa in campo della Lucid Motors di Peter Rawlinson (ex ingegnere capo di Tesla). Alessandro Cecchi Paone è la più poderosa metafora dell’Italia del 2021 (non è un bene, diciamo) Può Alessandro Cecchi Paone essere la più poderosa metafora dell’Italia del 2021? Sì, il Cecchi Paone dell’Isola dei famosi, quello che parla ai rotocalchi delle sue preferenze sessualsentimentali, quello che sul palco dei Telegatti cazzia Daria Bignardi perché il premio culturale spettava a lui, mica a lei – e in effetti, vent’anni dopo, è evidente che l’Italia non è affatto culturalmente plasmata dal primo Grande Fratello, perdindirindina: la storia ha senz’altro dato ragione ad Ale. Draghi rassicura un paese stremato e prova a frenare le pressioni per riaprire Ha sentito che il momento è critico, il primo momento veramente difficile da quando è a Palazzo Chigi. Che il rischio è di un rompete le righe istituzionale, di una resa al moltiplicarsi di episodi sbagliati nelle vaccinazioni e soprattutto di un crescere del nervosismo dei partiti. Ci voleva un richiamo. Bisognava rassicurare. E frenare il partito della riapertura. Michela Murgia, gli uomini in divisa e i Rodolfo Sonego che ci possiamo permettere Che fine ha fatto «defund the police»? C’è stato un momento in cui sembrava fosse l’istanza politica dirimente negli Stati Uniti d’America. Era quando se non dicevi che occorreva togliere i fondi alle forze di polizia, anzi meglio ancora abolirle, giacché era la polizia che faceva esistere i criminali e una società sana abolendo la prima avrebbe eliminato i secondi, se non partecipavi al rifacimento fuori tempo massimo dei fiori nei cannoni, allora non eri davvero di sinistra. Orlando annuncia che ci saranno maggiori ristori per i settori più in crisi «Vaccinare tutti non è solo un intervento di carattere sanitario, ma anche un intervento di carattere economico». È il «primo passo» verso la ripresa, dice il ministro del Lavoro Andrea Orlando alla Stampa. A giorni è atteso il nuovo “decreto sostegni” o “decreto imprese” con un ulteriore scostamento di bilancio. Mentre crescono le proteste di imprenditori e lavoratori in piazza. Crisanti critica la scelta italiana e dice che ora la campagna vaccini è a rischio Andrea Crisanti, professore di microbiologia dell’università di Padova, è duro sulla decisione italiana di somministrare AstraZeneca in via preferenziale agli over 60. «L’Italia si è allineata alla Germania, non ha esercitato nessuna valutazione indipendente», dice alla Stampa. «Così facendo si mette in pericolo tutto il piano di vaccinazione, visto che la fetta più ampia della popolazione da vaccinare ha meno di 60 anni». In Libia possiamo dire molto sulla ricostruzione, pochissimo sugli equilibri politici La visita di Stato di Mario Draghi in Libia, scelta non casuale per il suo primo viaggio all’estero, evidenzia impietosamente l’abisso che intercorre tra la strategia e lo stile del premier e la caotica e inconcludente politica libica seguita da Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. Renzi esclude l’alleanza con i Cinque Stelle e propone a Letta candidate donne nei comuni Il giorno dopo l’incontro tra il segretario del Pd Enrico Letta e Matteo Renzi, il leader di Italia Viva in un’intervista al Corriere assicura che non c’è stato alcun imbarazzo e spiega la sua posizione. «Ci conosciamo da anni, da ben prima di Palazzo Chigi. Ciascuno rimane della sua opinione su quanto accaduto nel 2014», dice. «Ma ormai questo è il passato. Leggo tante ricostruzioni fasulle ma voglio che ci faccia compagnia solo il futuro. E credo che per Letta sia la stessa cosa. Del resto Palazzo Chigi è il servizio più grande che puoi fare al tuo Paese. Ma fuori da quel palazzo c’è comunque una vita da vivere. Noi la stiamo vivendo con molta libertà e pace». Come risolvere la questione delle carriere dei docenti scolastici Questo intervento prende spunto da due articoli usciti il primo aprile. Il primo, di Tecnica della Scuola, è un classico tra i pesci d’aprile fatti ogni anno dai giornali che si occupano di scuola: il ministro dichiara che darà un aumento di 600 euro netti al mese ai docenti. Il tema è serio e dibattuto da tempo, ma mai si è andati oltre i proclami che regolarmente si trasformano, quando i proclamanti arrivano al governo, in una sequela di vedremo, faremo il possibile, ancora un po’ di pazienza… costa troppo. Il contributo della Corte Costituzionale al bipopulismo Se fosse ancora vivo, Marco Pannella se ne sarebbe accorto e avrebbe lanciato l’allarme su una decisione destinata a condizionare in modo determinante il gioco politico, non solo, ma in primo luogo sulla nuova legge elettorale (in Italia, del resto, c’è sempre una nuova legge elettorale alle porte, per battezzare qualche nuova formula politica). Il maggioritario rischierebbe di riconsegnare le forze riformiste al bipopulismo Ho seguito il dibattito sul “Futuro del governo Draghi” organizzato da Linkiesta e condotto da Christian Rocca, poi ho letto il commento di Mario Lavia che ne ha colto i principali aspetti, compresi i limiti. I componenti del panel sono persone che esprimono certamente un “pensiero” (magari non sempre lo stesso) in un contesto in cui questa merce sembra essere sparita dal mercato della politica; ma le loro opinioni, tuttora diverse, riguardano questioni di grande rilievo difficilmente superabili in un arco di tempo breve (le eventuali elezioni dell’anno prossimo) e in larga parte requisito dall’emergenza sanitaria. Il Rinascimento europeo di Salvini, Orbán e Morawiecki è ancora un pourparler Vogliono essere i promotori di un «rinascimento europeo», anche se i loro avversari politici li accusano spesso di supportare idee preistoriche. Pensano che le istituzioni europee siano segnate da un predominio culturale della sinistra e puntano a ribaltare la scena, diventando la prima famiglia politica del continente. Matteo Salvini, Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki si sono incontrati a Budapest per un incontro multilaterale circondato da grandi aspettative. Che in parte restano tali: non hanno chiarito se fonderanno una federazione di partiti o un gruppo al Parlamento europeo, ma annunciano un progetto comune per costruire un’Unione Europea più vicina ai propri valori. È il giorno della marmotta, Letta riapre il casting del nuovo Ulivo Poche cose sono meno nuove del «nuovo Ulivo» di cui Enrico Letta, appena eletto segretario del Partito democratico, ha cominciato a porre le prime pietre. Breve riassunto dei tentativi precedenti. Il 25 ottobre 2009 Pier Luigi Bersani vince trionfalmente le primarie per la guida del Partito democratico con il 53 per cento dei voti, incoronato cioè – almeno sulla carta, ma adesso non facciamo i pignoli – da oltre un milione e seicentomila cittadini (Dario Franceschini e Ignazio Marino si fermano rispettivamente al 34 e al 12 per cento). La politica è la supercazzola che ama, così Giuseppe Conte si fa il partito Chiare fresche dolci acque, diceva il poeta: titolo perfetto per il discorsetto che Giuseppe Conte ha tenuto ieri sera davanti ai parlamentari pentastellati riuniti, nientemeno, per ascoltare il verbo del «rifondatore» del Movimento, momento tanto atteso, addirittura catartico, per rianimare un partito che ha cambiato linea per la terza volta in tre anni ed è oggi prigioniero della paura di perdere voti e posti. Ed allora ecco Conte che dopo lo sfratto da Palazzo Chigi torna in scena per non dire una mezza parola sul Paese, sui suoi problemi, non una sillaba su Mario Draghi, nulla sulle cose concrete, ma tutto proiettato a motivare la già mitica rifondazione di un movimento che ha capito che per diventare un partito serio occorrono regole e idee. Lo stile Monicelli della politica italiana, nonostante Draghi Come in un film di Monicelli, sembra che un capitano di fregata abbia passato nei pressi di un Carrefour di Spinaceto alcuni segreti Stato a due spioni russi in cambio di soli 5k, come si dicono quelli del marketing, comunque utili ad affrontare certi problemi familiari dell’ufficiale della marina italiana (l’Italia è una Repubblica fondata sul “tengo famiglia”). È arrivato prontamente il monito di Luigi Di Maio a condannare l’accaduto, magari anche per la mancata rendicontazione, vai a sapere. Di Maio, però, è lo stesso ministro degli Esteri che un anno fa si era scapicollato a Pratica di Mare per anticipare Giuseppe Conte nell’accogliere un contingente militare dell’Armata Rossa, per poi lasciargli attraversare l’Italia da sud a nord fino a Bergamo con una parata propagandistica del Cremlino che in un paese europeo non si vedeva dai carri armati in Polonia del 1981. Di Maio ha anche convocato l’ambasciatore russo, ma ha fatto mostrare la faccia feroce a una nostra diplomatica, non si sa se per prudenza o per decenza o perché aveva in agenda un incontro internazionale che i social della Farnesina hanno condiviso con un Di Maio contro Daesh, come se si trattasse di un colossal hollywoodiano. Una giornata piena di commedia all’italiana, insomma, cominciata con una lettera ai giornali internazionali scritta da numerosi ministri degli esteri, tra cui il Nostro, per denunciare i crimini di guerra compiuti dal regime di Assad. Uno dei firmatari era lo stesso Di Maio che un anno e mezzo fa, su moral suasion russa, invitava l’Europa, la Nato e il Pianeta Gaia a dare maggior impulso al dialogo con il regime di Damasco che ieri invece ha denunciato via pensoso op-ed geopolitoco. Il centrosinista e la svolta necessaria nel segno dell’esperimento Draghi In quel fatidico giorno di marzo – raccontano – a un certo punto Nicola Zingaretti ruppe gli indugi: «Chiamo Letta, zitti». Nella sua stanza al Nazareno c’erano Andrea Orlando, Dario Franceschini e Goffredo Bettini, il vertice del vertice del Partito democratico. La pazza idea di fare il governo con Draghi pensando ancora ai populisti La baruffa su chi, tra le due aspiranti capogruppo parlamentare del Pd, fosse più «autonoma» e meno «raccomandata» dai parlamentari che avrebbero dovuto eleggerla (e che ieri hanno infine eletto Debora Serracchiani: auguri) ha finito per oscurare altri e non meno inquietanti segnali di avvitamento provenienti dal Partito democratico. Il principale dei quali riguarda, dopo il solenne incontro e le calde parole di elogio dedicate da Enrico Letta a Giuseppe Conte, il rapporto con il populismo grillino, che non è una questione di alleanze, come dicono quelli che non capiscono il punto e quelli che non lo vogliono capire, ma di identità, collocazione e cultura politica. Qual è la strategia dell’Italia per arrivare all’immunità di gregge a settembre Cinquecentomila somministrazioni al giorno entro la terza settimana di aprile per arrivare vaccinare contro il Covid «l’80% della popolazione e ottenere l’immunità di gregge entro fine settembre». Francesco Paolo Figliuolo, commissario all’emergenza Covid, ha presentato il calendario del piano vaccini in audizione al Parlamento. Significa arrivare al doppio delle somministrazioni, rispetto ai numeri di oggi, in pochi giorni. Ma «i vaccini arriveranno nei tempi che la struttura ha dato», assicura Figliuolo. Realizzare un passaporto vaccinale non è difficile, altra cosa è riuscire a usarlo «Creare le condizioni per riaprire le attività nell’Unione europea senza rischi». Con queste parole il commissario europeo responsabile dei vaccini, Thierry Breton, ha parlato del Certificato Verde Digitale, il documento che dovrebbe facilitare la libera circolazione nell’Unione durante la pandemia. Galli della Loggia e la fantasiosa tesi di Giorgia Meloni leader di una destra moderna Le illusioni in politica possono essere pericolose, in particolar modo quando sono ostinate e impermeabili ai fatti. Sovente nascono da una speranza, che un atteggiamento pragmatico e intellettualmente rigoroso dovrebbe però saper controbilanciare con i dati della realtà, specie quando questi si presentano con sistematica, ripetuta abbondanza. Talvolta quella speranza è il materiale sul quale si costruiscono bias, pregiudizi, schemi mentali che filtrano ciò che piace del mondo reale e rimuovono ciò che non piace; o che distorcono i messaggi che provengono da quel mondo per adeguarli alle proprie aspettative. Accade anche che i filtri producano una tale distorsione da generare pure invenzioni. Come è il caso della fantasiosa ipotesi di Giorgia Meloni leader di una destra moderna. Applicando l’intelligenza alla tecnologia intercetteremo i viaggiatori postpandemici Abbiamo un problema di sovranità turistica. L’affermazione può sembrare apocalittica, esagerata, o solo impropria, ma le cose stanno esattamente così: il nostro Paese ha bisogno di riconquistare sovranità nel campo dell’ospitalità. Nel mentre siamo bloccati nei viaggi, alle prese con nuovi problemi (le multe inglesi per chi va all’estero, ecc.), ma anche con nuove speranze, date dalla vaccinazione di massa, è fondamentale porsi questo problema, perché saremo sì, di nuovo in pista, ma deboli in termini di potere decisionale. Draghi valuta nuovi ristori selettivi per metà aprile Le categorie produttive hanno subito protestato contro il decreto sostegni. Il presidente del Consiglio ha precisato subito che ci sarà un nuovo scostamento di bilancio in concomitanza con la presentazione del Def, ma sulla quantità non si è sbilanciato: aspettiamo le valutazioni del Mef, ha detto. Calenda offre a Letta l’occasione di scegliere un vicesindaco o prendersi un grande rischio Carlo Calenda proporrà a Enrico Letta di individuare un esponente del Pd come (suo) vicesindaco, per un ticket in grado di evitare una spaccatura nel campo del centrosinistra al primo turno delle elezioni comunali di Roma. Insieme a questo il leader di Azione propone di condividere con il Pd una discussione comune sul programma e sulla squadra del governo capitolino. Letta sta cominciando a scoprire le sue carte, che al momento sono grottesche come quelle di Zingaretti Ora all’appello manca Matteo Renzi. Ma l’incontro più difficile, da tutti i punti di vista, umano e politico, non si sa nemmeno se ci sarà, ed è chiaro che se non si tenesse sarebbe un primo passo falso nella “strategia del ragno” di Enrico Letta. Quanto è importante per l’Italia il Canale di Suez Le immagini della nave cargo “Ever Given” arenata nel Canale di Suez hanno presto fatto il giro del mondo. Una delle più grandi portacontainer esistenti – lunga 400 metri e larga 59, da 220mila tonnellate – si è incagliata martedì mattina a causa del forte vento lungo una delle rotte commerciali marittime più trafficate del pianeta. Era diretta al porto di Rotterdam, veniva dalla Cina. L’epoca in cui è normale chiedere al consumatore di sanare le ingiustizie sociali Stanotte ho sognato l’economia del senso di colpa. C’entravano delle candele azzurre, e chissà quale dei sensodicolpismi commerciali di cui ho letto e sentito negli ultimi giorni. Conte fa causa a Casaleggio e altre cose per cui speravamo de morì prima Il caregiver vaccinato e offeso che da mitomane si riposa nella spa di Merano; il parlamentare anti casta che pretende la punturina per gli zii della mamma facendosi accompagnare dalle sue «due tutele» (scorta non si può dire, fa Kasta); i nostalgici di un ex presidente del Consiglio di cui nessuno, tranne il Fogliatto quotidiano, ricorda più il nome che si inerpicano in arditi paragoni tra il niente mischiato a nulla di Volturara Appula e Mario Draghi (pare che entrambi la mattina bevano un caffè e non lo dice nessunoooo. Fate girareee!1!1!1). Le pericolose bolle finanziare cinesi pronte a esplodere Anche la Cina sta facendo i conti con le sue bolle finanziarie, create nei passati due decenni con la scadente applicazione del modello finanziario speculativo americano. Perciò è scesa in campo la potentissima China Banking and Insurance Regulatory Commission, l’agenzia governativa di controllo sulle attività bancarie e assicurative, attraverso il suo presidente Guo Shuqing, manager competente e uomo forte del Partito Comunista Cinese. Il monologo di Scanzi è un’antologia mitomane della commedia all’italiana «Va bene, lo capisco: io son famoso e loro no, io son ricco e loro no, io son caruccio e loro no, io ce l’ho fatta e loro no. La capisco, l’invidia: anch’io mi starei profondamente sui coglioni, se non fossi Andrea Scanzi». Enrico Letta e la sindrome della riabilitazione del Patata Prima o poi è capitato a tutti di sentirsi dire all’improvviso, con tono tra l’indignato e il contrito: «Ma perché ti fai trattare così?». Anche se spesso amiamo presentarci come persone tutte d’un pezzo, ognuno di noi almeno una volta nella vita si è sentito dire da un amico, da un compagno di partito o da un editorialista sollecito: «Non farti mettere i piedi in testa, fagli vedere chi sei!». Ebbene, se riandate per un attimo con la memoria all’episodio che vi riguarda – d’accordo, a voi non è mai capitato, diciamo all’episodio che ha riguardato il vostro amico immaginario – sono sicuro che ne concluderete con me che, per quanto formulato spesso con le migliori intenzioni, un simile incoraggiamento si è rivelato quasi sempre una fregatura. La prospettiva liberaldemocratica e il dibattito per unire i riformisti Quanto sono cambiate le cose nella politica italiana nell’ultimo mese, con Mario Draghi a Palazzo Chigi e una nuova prospettiva riformista e liberaldemocratica per il paese. I primi passi della maratona contro il bipopulismo perfetto Il riformismo in un solo partito o il riformismo permanente, in tutti i soggetti? Parafrasando il dilemma tra Stalin e Trockij, il problema strategico dei riformisti italiani c’è tutto. Alla fine di tante analisi, il punto di caduta è quello. Ma siccome nessuno ha «la chiave per superare questa difficoltà», come disse nel suo ultimo discorso Aldo Moro, non resta altro che mettere su, mattone dopo mattone, un insieme di contenuti, una certa idea dell’Italia, facendolo con quella pazienza che per la verità, nella storia, hanno avuto più i rivoluzionari che i riformisti. Più che speranza ho fiducia nel nostro spirito di adattamento, dice Ghemon Come era già accaduto nel 2020, anche quest’anno il Festival di Sanremo non è stato solo una parentesi, ma continua a far parlare a più di due settimane dalla sua conclusione. E questa è una conseguenza non immediata, ma evidente di come le nostre vite sono cambiate. Tra le canzoni di maggior successo del Festival c’è pure “Momento perfetto” di Ghemon contenuta in “E vissero feriti e contenti”, il nuovo disco dell’artista uscito venerdì scorso (ma come non ricordare anche il suo medley con i Neri per caso come uno dei momenti più piacevoli del Festival?). Il disco esce a meno di un anno dal precedente, “Scritto nelle stelle”, ma è evidente che Ghemon abbia molte cose da dire, con i testi, con la musica e soprattutto con la sua versatilità, che gli permette di spaziare in tanti generi e anche in mondi diversi. I suoi profili social, per esempio, sono tra i migliori che possa capitare di seguire in Italia. Tra le altre cose mostrano quanto sia inutile essere promozionali per promuovere le proprie cose. Mentre molti artisti e persino politici mostrano quello che mangiano o quello che cucinano, per apparire artificiosamente sinceri, Ghemon fa apparire la sincerità naturale come dovrebbe essere. Cancellata la direttrice di Teen Vogue per un paio di tweet di quando aveva 17 anni Quando avevo diciassette anni non c’erano i social: il mio passatempo preferito era andare a vedere Fassbinder al Lumière, il cinema bolognese per chi si dà un tono, e poi ubriacarmi di vino cattivo nella taverna greca lì di fianco, e vomitare nel loro bagno. Irene Tinagli e altri impercettibili segnali di ripresa del buonsenso Non credo di essermi mai non dico entusiasmato ma nemmeno interessato ai vicesegretari del PD, eppure la decisione di Enrico Letta di nominare vicesegretaria del partito Irene Tinagli, accanto al più tradizionale Peppe Provenzano, è una di quelle notizie che alleviano il blues di una campagna vaccinale ancora col freno a mano tirato, specie se sui social vediamo newyorchesi di ogni età entrare in farmacia a farsi la punturina salva vita. Il premier olandese Mark Rutte verso la riconferma Secondo gli exit poll, il primo ministro olandese Mark Rutte ha ottenuto un «massiccio voto di fiducia» nelle elezioni legislative durate tre giorni a causa delle misure restrittive contro il Covid adottate nel Paese. Se i risultati definitivi confermeranno le prime proiezioni, Rutte guiderà il suo quarto governo di coalizione in dieci anni. Una longevità che in Europa lo pone dietro solo ad Angela Merkel e Viktor Orban. La riforma della giustizia del ministro Cartabia e la lenta fine del giustizialismo grillino Secondo alcuni organi di stampa vedovi del passato governo, il governo Draghi sarebbe la prosecuzione del Conte bis con altre facce. Una vulgata già smentita altre volte, l’ultima delle quali è la pubblicazione del programma di riforme giudiziarie tracciato dal neo ministro di giustizia Marta Cartabia. Letta ha già la grana del sindaco di Roma e dei sabotatori interni Valli a capire, i democratici della Capitale. Ci vorrebbe uno Sherlock Holmes, o un Sigmund Freud. Non agiscono mai con linearità, c’è sempre qualcosa che non torna. I soliti sospetti, le manine, i giochetti: fa molto Partito democratico di Roma. Ecco come l’Ema valuterà l’efficacia di Astrazeneca «Non ci sono indicazioni che le vaccinazioni possano aver provocato questi eventi» ma l’Ema sta conducendo «un’analisi rigorosa sugli eventi tromboembolici», e sta valutando «caso per caso le reazioni sospette». Lo ha detto Emer Cooke, direttore esecutivo dell’Ema (l’Agenzia europea del farmaco) durante la conferenza stampa dopo la sospensione da parte di molti Stati europei, tra cui l’Italia, del vaccino Astrazeneca contro il Covid. Ecco perché l’Italia ha deciso di sospendere il vaccino insieme agli altri Paesi europei «Ci sono molte più persone che stanno esaminando i casi sospetti di quelle decedute. La situazione viene seguita con la massima attenzione dall’Ema e dell’Aifa». Armando Genazzani, professore ordinario di Farmacologia all’Università del Piemonte Orientale e rappresentante italiano nel comitato per l’approvazione dei farmaci dell’Ema, spiega sulla Stampa il perché della sospensione del vaccino AstraZeneca. «Viviamo una campagna storica e vaccinando tante persone può succedere che qualcuno non stia bene per motivi casuali. Non dimentichiamo che i decessi sospetti sono pochi, mentre per il Covid solo ieri sono morte 354 persone».
Ad opporsi per primo all’emendamento della Senatrice Lanzillotta (Caltagirone?) l’ex Capo Gruppo del Partito Democratico romano, ora Parlamentare, Umberto Marroni, già noto per aver impedito all’ex Sindaco Alemanno proprio di (s)vendere Acea nella precedente consiliatura di centrodestra.
Dopo una intensa campagna di informazione circa il rischio che i romani hanno corso, ieri all’On. Marroni si sono aggiunti via via altri parlamentari romani del PD (come Marco Miccoli, Micaela Campana…) ma soprattutto il Vice Ministro dell’Economia Stefano Fassina che ha bollato l’intervento come “ideologico e propagandistico” e dichiarando che “va cancellato”.
Ed in chiusura di giornata la secca nota del Sindaco che ha tuonato “non si può mettere in alcun modo in discussione il risultato del referendum del 2011. Vogliamo che Acea resti in mano pubblica e puntiamo al rilancio industriale dell’azienda perché si tratta di uno dei settori strategici della città. Chiunque pensi alla svendita del nostro patrimonio non troverà terreno fertile” esprimendo tra l’altro la sua “ferma contrarietà all’emendamento”. Bocciato a stretto giro anche da mezza Giunta: dal vicesindaco vendoliano Luigi Nieri all’assessore democratico Daniele Ozzimo. Quest’ultimo già protagonista (con Umberto Marroni) della battaglia consiliare contro Alemanno di un paio di anni fa, volta proprio ad impedire quanto oggi vorrebbe fare la Sen. Linda Lanzillotta.
Inoltre durissimo l’intervento dei sindacati, per una volta tutti d’accordo nell’affermare che “dopo le proteste di cittadini e lavoratori contro la privatizzazione e un esito referendario plebiscitario, questo emendamento è tanto inopportuno quanto completamente avulso dalla realtà economica e sociale del nostro territorio”, è quanto sostenuto dai segretari di Cgil, Cisl e Uil Di Berardino, Bertone e Bombardieri.
Stamattina l’emendamento Lanzillotta è stato votato, ma ELIMINANDO TUTTA LA PARTE INERENTE LA (S)VENDITA DI ACEA. Una grande vittoria del Partito Democratico sia in Parlamento (ed un grazie particolare credo lo debbano ad Umberto Marroni) sia in Comune dove il Sindaco Marino è stato categorico col suo niet. Ora però occorre vigilare, è stata vinta un’altra battaglia ma la gueera è solo agli inizi.
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