Cambiano i governi ma nessuno rinuncia alla rapina del fondo dell’otto per mille dell’Irpef a diretta gestione statale, prevista dagli articoli 47 e 48 della legge 20 maggio 1985, n. 222. Per intenderci parliamo della ripartizione dei fondi derivanti dalle dichiarazioni dei redditi degli italiani che hanno fatto una scelta esplicita in favore dello Stato (non firmando per una confessione religiosa). Secondo la legge lo Stato ha l’obbligo di utilizzare i fondi che gli derivano dalla ripartizione dell’otto per mille esclusivamente «per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali». Il fondo annualmente ammonta a diverse decine di milioni di euro, l’anno scorso si trattava di oltre 180 milioni.
Ebbene negli ultimi quattro anni, governi Berlusconi, Monti ed ora Letta il fondo è stato praticamente azzerato ed utilizzato per coprire buchi di bilancio e necessità emergenziali senza copertura.
L’anno scorso il governo Monti aveva prosciugato il fondo destinatolo in gran parte alla Protezione civile (121 milioni) di cui 64 milioni per la flotta aerea (decreto-legge n.98 del 2011, eredità del Governo Berlusconi) e 57 milioni per il Fondo di Protezione civile (decreto-legge n. 201 del 2011, già Governo Monti) oltre all’importo di 4.012.422 euro per far fronte agli interventi conseguenti alle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nel febbraio 2012 e la residua disponibilità, pari a 32.766.522 euro, è stata destinata con la legge n. 228 del 2012 (legge di stabilità 2013) agli eccezionali eventi alluvionali, atmosferici ed alle precipitazioni nevose verificatesi nell’ultimo triennio.
Quest’anno con Letta la storia si ripete. Secondo le informazioni ricevute dal Coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ufficio che gestisce la procedura, si apprende che la quota dell’otto per mille 2013 risulta considerevolmente ridotta per effetto delle specifiche norme di natura finanziaria che ne hanno disposto la destinazione ad altre finalità. L’entità della somma a disposizione per l’annualità in corso risulta pertanto estremamente esigua (circa 400.000 euro) e ben difficilmente potrà soddisfare tutti i progetti presentati e ritenuti favorevoli.
Eppure il governo Letta si era detto fortemente sensibile alle esigenze per cui i fondi dell’8×1000 dovrebbero essere destinati, in particolare l’assistenza ai rifugiati e la cooperazione internazionale, entrambe priorità ribadite dal presidente nel suo discorso dell’11 dicembre scorso alla Camera su cui ha chiesto la fiducia.
«October surprise» L’impatto dell’uragano Milton sulla campagna elettorale statunitense
Guidami tuPerché le guide dei ristoranti determinano cosa troviamo nel piatto
Pericolo balticoLe elezioni generali e lo spettro del populismo in Lituania
Profumi di design Non semplici flaconi, ma vere e proprie opere d’arte
Questa del 2013 dovrebbe però essere l’ultima rapina completa del fondo otto per mille. A partire dallo scorso primo gennaio è entrato in vigore infatti un rinnovato regolamento della ripartizione della quota statale dell’otto per mille approvata lo scorso aprile. Le nuove norme sono volte ad assicurare una ripartizione più equa per il futuro e soprattutto ad evitare l’azzeramento completo dei fondi in caso di eventi straordinari. La priorità sarà data comunque agli interventi per far fronte alle calamità naturali, ma sempre nel limite del 50% delle risorse disponibili. Le domande si presenteranno entro il 30 settembre di ogni anno per accedere al finanziamento (non più a marzo). Sui criteri di ripartizione, il nuovo decreto introduce una norma ad hoc prevedendo che le risorse annuali devono essere, «di regola», ripartite in parti uguali alle quattro tipologie di interventi ammessi a contributo. Ma alla «regola» segue sempre l’eccezione: in caso di calamità verificatesi nei 12 mesi precedenti il termine di scadenza per la presentazione dei progetti da ammettere a contributo, ora fissata al 30 settembre di ogni anno, il 50% dell’8 per mille statale dovrà coprire esclusivamente gli interventi da eseguire nel luogo colpito dall’evento calamitoso. In caso di riduzione del fondo per calamità naturali le risorse dell’8 per mille per la fame nel mondo potranno passare a rappresentare al minimo il 16,5% del totale.
Un’ultima novità, sempre sulla destinazione dei fondi otto per mille di pertinenza statale, è apparsa nella legge di Stabilità recentemente approvata dal Parlamento. E’stata infatti inserita la possibilità di utilizzare a partire dal 2014 una parte delle risorse relative alla quota dell’otto per mille del gettito IRPEF devoluta alla diretta gestione statale per la ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed all’efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica.
Ecco l’estratto del testo del decreto:
Un consistente gruppo di misure concerne poi il settore delle infrastrutture, che sono, da un lato, volte a disciplinare la concessione di finanziamenti alle infrastrutture strategiche di cui alla legge 443/2001 (cd. “legge obiettivo) e, per l’altro, a recare specifici stanziamenti per la realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria della rete stradale e ferroviaria (ai commi da 40 a 51) e per la dotazione infrastrutturale, anche di carattere immateriale, quale il completamento del piano nazionale della banda larga (comma 58). Si introduce inoltre una nuova finalità cui possono essere destinate le risorse relative alla quota dell’otto per mille del gettito IRPEF devoluta alla diretta gestione statale, ricomprendendovi gli interventi relativi alla ristrutturazione, al miglioramento, alla messa in sicurezza, all’adeguamento antisismico ed all’efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica (comma 131-bis), e viene prevista una nuova procedura per la realizzazione e l’ammodernamento degli impianti sportivi, ferma restando la realizzazione prioritaria di tali impianti mediante recupero di impianti esistenti o relativamente a impianti localizzati in aree già edificate (commi 192-bis e ter).
Lo schema di ripartizione degli spiccioli rimasti del fondo 2013 (circa 400.000 euro) è ora al parere delle Camere e verrà a breve pubblicato con apposto decreto della Presidenza del Consiglio. Anche quest’anno migliaia di progetto gettati al macero. L’anno scorso i progetti presentati da organizzazioni ed enti erano stati oltre 1500.
Visita il blog degli operatori della cooperazione internazionale su www.info-cooperazione.it