Ecco come si costruisce un programma populista.
Grillo si arrabbia molto quando gli si dice populista o qualunquista. Lui vuole rivendicare un ruolo programmatico del Movimento. Rimarca più volte di aver studiato molti testi economici, contattato premi Nobel e specialisti di settore. Cerca di allontanare da lui lo spettro dell’improvvisazione.
Qualche volta ci riesce, altre volte no. Il programma politico per le europee è la dimostrazione lampante di come un gruppo politico improvvisa, nel tentativo di assecondare le istanze più contraddittorie del disagio.
Qualcuno sosterrà che non c’è nulla di male in questo. Si chiama democrazia. Ne siamo certi? Io credo che ci si dimentichi sempre che bisogna servire il popolo, non assecondarlo. Si cita sempre il primo articolo costituzionale, ma si scorda sempre la seconda parte: La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Allora perché i sette punti programmatici di Grillo sono populisti. Perché sono i più popolari tra la gente, ma per nulla omogenei tra loro, anzi, spesso in conflitto, ergo, inapplicabili e illogici. Eppure garantiranno molti seggi al parlamento.
Il tentativo è quello di raccogliere tutte le richieste popolari senza ragionarci più di tanto, e cercare di raccattare più voti possibili. A Grillo non interessa un voto di sostanza, ma una fuligginosa partecipazione collettiva. Non interessa il bene in quanto tale, ma il bene ideologico percepito tra la gente.
Mai entrare nel merito, ma partecipare. La tua presenza è sufficiente.
Grillo sta creando un esercito di Umpa Lumpa.
L’evoluzione passa da tecnici “senza cuore” che seguono esclusivamente i numeri a peoni portavoce di un non precisato popolo. Quest’ultimo, che in realtà è molto più eterogeneo di quanto si creda, dovrebbe essere il depositario di valori totalmente positivi e oggettivi.
Da qui l’uscita dall’Euro e gli eurobond. Che credibilità possono avere questi due quesiti agli occhi di una persona minimamente informata? Hanno invece molto consenso tra la rabbia popolare. Se proclami di voler uscire dall’euro ti prendi subito l’applauso. Se chiedi gli Eurobond guadagni lo 0.5% e il sostegno di qualcuno. Se li mette insieme nello stesso programma nessuno noterà, purtroppo, il qualunquismo.
Ma se qualcuno si azzarda a dire che tali propositi sono inapplicabili poiché in conflitto, allora ti trasformi in una parassita pagato dai partiti e dalle lobby. Ti dicono di votare per PD/L( che magari reputi persino peggio). La tua osservazione cadrà nel vuoto e i presunti attivisti torneranno nelle loro bacheca su facebook a raccogliere elogi per “averle cantate al servo”.
C’è un valore che in questi 20 anni,e in questa “nuova” seconda repubblica 2.0 fatica a trovare spazio: l’onestà. Non si parla di quell’onestà giudiziaria, ma umana, programmatica, direzionale. Per adesso osserviamo il mutamento della figura del politico, che da possibile statista si trasforma in sondaggista.