Da casa a casaL’Almanacco di Dente. Per capire chi eravamo

«Mi piacerebbe tornare nel passato e cercare di capire che cosa si pensava sarebbe realmente successo nel futuro». Si svela così il cantautore parmense Dente, 37 anni e 6 dischi all'attivo. Almanac...

«Mi piacerebbe tornare nel passato e cercare di capire che cosa si pensava sarebbe realmente successo nel futuro». Si svela così il cantautore parmense Dente, 37 anni e 6 dischi all’attivo. Almanacco del giorno prima é il suo primo disco con etichetta RCA/Sony Music, che ha puntato molto su di lui («Questo é stato uno dei dischi più indipendenti della mia vita: se qualcuno lo promuove meglio di un altro, perché scandalizzarsi?»). «Il titolo dell’album vuole omaggiare la tradizione che c’era ormai molti anni fa di affidarsi alle previsioni degli almanacchi, che raccontavano quello che probabilmente sarebbe successo», spiega. Un attaccamento – forse a volte morboso – al passato, che l’artista vede come un porto sicuro sul quale approdare nei momenti in cui tutto diventa superficiale: «Quello che è stato lo ritengo qualitativamente migliore di quello che c’è ora.  Se pensiamo allo show degli anni Sessanta di prima serata su Rai Uno, capiamo che c’è una differenza abissale con il presente». 

Una ricerca esasperata, quindi, dei suoni che lo colpiscono e che «non siamo più abituati ad ascoltare nella musica di oggi». Tra le ispirazioni più significative per lui, sicuramente quella del sound sudamericano, in particolare messicano e brasiliano. Non a caso lo stesso Dente ha cantato molto spesso, in questi ultimi anni, in tali zone. «Riascoltando il mio disco, io lo sento un po’ del sapore del Sud America», confessa. 

Tutti i testi delle sue canzoni sono il frutto di esperienze personali, «spesso non andate come ci si aspettava». Seguendo questo flusso di emozioni, Dente ama «indagare su quello che è stato lasciato e che poteva essere. Infatti l’amore é una cosa meravigliosa, ma sa essere terribile». E per fare tutto questo, anche il momento della registrazione dell’album è stato un viaggio di ritorno verso un passato così attraente: «Ho registrato il cd in una ex scuola elementare allestita a studio discografico, in piccola frazione vicino a Busseto. L’ambiente era piacevole: nel paese c’erano solamente signori attempati che bevevano vino bianco alle nove di mattina». Un ritorno alla semplicità del vivere. «Non guardo la tv; quando ho tempo “da perdere” vado in campagna a fare fotografie, e scopro che in fondo non è mai tempo perso».

Incontrare Dente vuol dire riflettere sul valore del tempo e della strada da percorrere. Anche se molto spesso non aver fatto alcune svolte nel percorso, lo può rallentare: «Io non mi sono mai trovato a mio agio nel mio tempo. Se invece di andare a destra, fossi andato a sinistra, cosa sarebbe successo?». Nessuno può dirlo. Ma lo si può cantare insieme. Dal 24 marzo partirà un tour nei teatri inedito per l’artista («Questo disco merita la possibilità di essere suonato come si deve») che toccherà le maggiori città italiane. Pochi mesi fa ricordo di aver letto su un muro di Milano, questa frase: «Il senso della poesia è la redistribuzione della malinconia». Forse un motivo per ascoltare le tracce dell‘Almanacco del giorno prima é proprio questo.

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