Il Sindaco Massimo Cialente, all’epoca dei fatti presidente dell’Accademia dell’Immagine, i componenti del Cda, i membri del collegio dei revisori e alcuni dipendenti amministrativi sono citati a giudizio dalla Procura della Corte dei conti d’Abruzzo per presunto danno erariale.
L’udienza è stata fissata per il prossimo 3 giugno, come pubblicato oggi dal Messaggero.
Oltre al sindaco sono stati citati a giudizio: Vito Bergamotto e Giovanni Moscardelli, componenti del consiglio di amministrazione; Fabrizia Aquilio in quanto componente del collegio dei revisori dei conti insieme a Nello Bernardi; Carlo Petricca addetto del settore amministrativo dell’Accademia, Francesca Ruzza 94mila, prima direttore amministrativo e poi direttore reggente, Magda Stipa, addetta al settore amministrativo dell’Accademia.
L’indagine è stata coordinata dal vice procuratore generale Massimo Perin. Le richieste di risarcimento vanno dagli 80 mila euro per presidente, componenti del Cda e Revisori dei conti; poco meno di centomila per la direttrice, e di 10 mila euro ciascuno per i due dipendenti. Nel mirino dei giudici contabili i buchi di bilancio del 2007 e 2008, tappati con «artifici contabili» per evitare la messa in liquidazione dell’ente. Operazione che peraltro ancora non si è concretizzata. Fabrizia Aquilio, componente del collegio dei Revisori, che per molti anni ha prestato la sua opera gratuitamente, si è detta molto amareggiata dalla decisione dei giudici.
Solo 15 giorni fa, Massimo Cialente era stato prosciolto da un’altra inchiesta sulle irregolarità contabili dell’Accademia dell’Immagine dell’Aquila. L’inchiesta condotta della procura dell’Aquila era basata su alcuni mancati pagamenti dell’Iva e altri contributi fiscali relativi al biennio 2007-2008.
Questa volta, invece, la procura contabile contesta 150 mila euro inseriti nella voce ricavi e mai entrati, come pure in entrata figurerebbero una serie di rimborsi da parte di dipendenti privi della regolare documentazione. Si parla di conti di ristoranti, ricariche telefoniche, tagliandi di pedaggi autostradali. Nell’atto di citazione la somma contestata per il presunto danno erariale era di 600 mila euro in totale. I giudici inoltre tornano a mettere in discussione la solidità economica dell’Ente sostenuta sempre- anche sulla stampa- da Cialente. Dalle carte, infatti, emergerebbero sospetti su quello che appare un artificio contabile. Se la perdita di 400 mila euro risalente al biennio 2007-2008 fosse stata comunicata ufficialmente e correttamente ai soci (Comune e Regione), già da allora sarebbe stata inevitabile la messa in liquidazione.