“Alle persone non piace scoprire chi racconta bugie, perché una bugia non è altro che una bella storia che qualcuno rovina con la verità”
Ed è proprio il caso di Beppe Grillo. O meglio, è un abitudine tipica della politica, e Grillo si è semplicemente adattato. Certo, il comico ha preso molte cantonate nel corso della sua carriera, dall’inutilità del vaccino per l’epatite B , alla Rita Levi Montalcini rea di aver rubato un Nobel, per passare alla presunta bufala dell’Aids. Già questo potrebbe compromettere la vita politica di qualsiasi politico europeo, ma noi siamo particolarmente tolleranti.
Lo siamo stati con Berlusconi e le sue dichiarazioni sulla Englaro, per non parlare della cura miracolosa che doveva debellare il Cancro.
Siamo stati gentili pure con il povero Boccia e i fantomatici caccia salva civili.
Perdoniamoli pure.
Ma Grillo ha una colpa in più. Da buon profeta qual è, tende a istruire e a moralizzare il mondo.
Ci spiega che l’informazione italiana è approssimativa – verissimo, tra l’altro – e che non è in grado di smascherare le menzogne della casta.
Sono d’accordo con lui. Se ci fosse un’informazione decente e un elettorato trasversale non così ideologicamente impiantato, questo paese sarebbe più disposto a credere ai fatti piuttosto che alle divinità.
Ma analizziamo punto per punto :
“Non si può convivere in una Nazione dove 30 milioni di persone stanno andando sotto la soglia di povertà”
In realtà in Italia il 30% della popolazione è a rischio di povertà, ovvero circa 18 milioni di persone. Dato impressionante, certo, ma non apocalittico come Grillo proclama. Anche perché se fossero realmente 30 milioni gli italiani a rischio di povertà il dato sarebbe più allarmante, ovvero il 50%. Sarebbe il dato peggiore di tutta l’Europa, visto che la Bulgaria, che qualcuno vuole prendere a modello, tocca il 49,3% di povertà.
“Le prime 10 multinazionali del mondo non c’è più il petrolio, non ci sono più le automobilistiche! Le prime 10 multinazionali del mondo sono di telecomunicazioni!”
– Anche qui è impossibile trovare un riscontro a quanto detto poiché, né tra le prime 10 multinazionali al mondo (lista Fortune Global 500) né tra le prime 10 compagnie quotate al mondo (lista Forbes), troviamo una singola azienda di telecomunicazioni. Anzi, nella lista Fortune troviamo ben due ditte automobilistiche oltre ai giganti dell’energia mentre, tra le aziende quotate, notiamo numerose compagnie di servizi finanziari e nemmeno una di telecomunicazioni. Le prime aziende di questo settore a comparire nelle due classifiche risultano essere rispettivamente Nippon Telegraph & Telephone (32esimo posto) e AT&T (22esimo posto). –
“Un terzo del bilancio a quelle popolazioni che vogliono entrare nell’Unione Europea
Anche se fosse vero, e purtroppo non lo è, non ci vedo lo scandalo. Ma vero non è, dunque…
In realtà, solo i fondi IAP – che ammontano a 1,9 miliardi di euro, circa l’1,3% del totale delle risorse stanziate per i paesi MEMBRI dell’Unione – sono destinati ai paesi che vogliono aderire.
“Come mai il costo del lavoro è il più alto d’Europa?”
Secondo i dati Eurostat sul 2012 pubblicati qualche giorno fa, con 27,4 euro all’ora il costo del lavoro in Italia è al di sotto della media dell’Eurozona di 28,0 euro (dati Eurostat). Sono invece Svezia, Belgio e Danimarca a piazzarsi in cima alla classifica. In compenso, come si può vedere da questo grafico in Italia la proporzione del costo del lavoro a carico del datore di lavoro è tra le più alte in Europa. Dai dati Eurostat (foglio 7) si nota che il 28,7% del costo del lavoro in Italia è rappresentato da costi che gravano sul datore di lavoro (il quinto valore più alto nell’Ue), con appena il restante 71,3% indirizzato in stipendi.
“Abbiamo 300.000 leggi. La burocrazia ha sostituito la democrazia”.
Ma si può prendere sul serio una persona che è convinta che in Italia ci siano 300.00 leggi?
Ci ricorda un po’ il buon vecchio Calderoli e la sua fiamma brucia leggi.
Citiamo Travaglio:
“Due anni fa – Calderoli- convocò giornalisti e cameraman perché lo immortalassero mentre incendiava con la fiamma ossidrica un cumulo di carte che spacciò per “375 mila leggi inutili che ho abrogato come ministro della Semplificazione”. Si scoprì poi che il Parlamento, per produrre 375 mila leggi, avrebbe dovuto lavorare ininterrottamente per 150 anni, compresi quelli di guerra e i mesi di ferie, dall’Unità d’Italia a oggi, con una media di 7,8 norme al giorno. Dunque non s’è mai capito che diavolo abbia bruciato Calderoli quel giorno. E soprattutto che si era fumato.
“Fiscal compact? 50 miliardi all’anno per venti anni. Ma non ve la spiego”
E invece spieghiamola pure. O meglio, lasciamola spiegare alla candidata, poi ritiratasi, per il quirinale del movimento 5 stelle:
http://www.youtube.com/watch?v=c5NN1A_Viug
Il punto è che noi abbiamo fede nella politica o nei movimenti, non giudizio.
Fonte: Pagella Politica.