GloβRiforma NSA: più privacy meno trasparenza?

Europa e America concordano: per la sorveglianza è tempo di aggiornamenti. Dopo il rapporto della Casa Bianca commissionato da Obama per fare il punto sulla NSA, ieri è arrivato il progetto di rif...

Europa e America concordano: per la sorveglianza è tempo di aggiornamenti.

Dopo il rapporto della Casa Bianca commissionato da Obama per fare il punto sulla NSA, ieri è arrivato il progetto di riforma europeo discusso dal LIBE.

Approfondito e molto ambizioso, il rapporto Ue sintetizza la necessità di cambiamento presentita dallo stesso governo americano colpevole di aver incentivato una tale organizzazione nel mondo.

Ma la commissione Ue guidata da Claude Moraes si fa anche promotrice di una urgenza contemporanea in accordo con le esigenze digitali, dove invece il rapporto US mirava più ad una ristrutturazione amministrativa.

Il cambiamento auspicato riguarda in primis la coordinazione dei paesi membri, poi la cooperazione Usa-Ue e infine la collaborazione delle imprese high-tech. Tutte condizioni indispensabili ma ancora assolutamente non conquistate per poter fare un salto digitale rimanendo democratici.

Internet ha portato una superpotenza teoricamente democratica come l’America a comportarsi come le dittature. Né l’America né i paesi europei si sono sforzati di elaborare soluzioni per combinare sicurezza e diritti.

Così, dopo anni di ritardo, gli Stati risollecitano improvvisamente la ricerca in chiave riformistica. Ma nemmeno il rapporto europeo di ieri sembra proporre un’alternativa alla crittografia (consigliata, quasi imposta a tutte le aziende web) sbandierata come il rimedio assoluto per ristabilire la privacy. A noi ci sembra un espediente e anche un paradosso.

Rimaniamo dell’opinione che crittografare è contrario al principio di accessibilità del web, e che a lungo andare potrebbe essere usato contro la trasparenza e la libertà d’informazione. Cosa che non sembra affatto allarmare il fronte della libertà di stampa (vedi l’audizione del direttore del Guardian, Rusbridger), forse più mobilitata nel rassicurare investitori e industriali, principali “vittime” dello spionaggio informatico.

Comunque, intanto i toni Ue sono denunciatori e fiscali, più tipici di una istituzione come l’Onu, ma c’è anche la volontà di competere a livello legislativo con gli altri Parlamenti e in particolare con il Congresso americano, dove la sorveglianza comincia ad essere seriamente discussa. Insomma l’Ue cerca un modo di pesare sulle decisioni politiche ora che il Datagate ha sforato le frontiere dell’opinione.

Perciò da un ennesimo voto, ormai quasi unanime, i deputati Ue sembrano particolarmente desiderare l’intervento di Snowden al Parlamento Europeo, anche al costo di un collegamento streaming com’è stato collaudato con Greenwald a dicembre.

Snowden però sta ancora valutando i “rischi” di una diretta, la questione della sua sicurezza personale viene scandita ad ogni occasione dai suoi giornalisti privati a cui fa capo Greenwald.

Ovviamente questa è la versione ufficiale. In realtà Snowden vorrebbe approfittare dell’interesse europeo per migliorare la sua situazione legale. L’asilo in Russia non deve essere esattamente una passeggiata.

Dal canto Ue, Moraes avrebbe voluto incoronare il suo dossier sulla NSA con la testimonianza di Snowden – l’autore dello scandalo planetario – per avere il coltello dalla parte del manico.

Ma, nonostante la retorica del “tradimento”, non so quanto il governo Usa temi davvero la collaborazione di Snowden con gli altri paesi poiché, per quanto scottanti saranno i prossimi documenti pubblicati, il peggio è passato.

Greenwald spera ancora di mantenere alta la tensione, ma l’amministrazione si sta già riorganizzando. E dalla sentenza del giudice Leon, il caso non è più nelle mani della stampa ma della Costituzione.