Febbrile attesa, a Roma, per il cambio della guardia al Teatro Argentina. Molto è stato scritto e detto, ma si capirà (e i lettori perdoneranno) il motivo di tanta attenzione: se si pensa che il teatro della Capitale è un punto di riferimento culturale, produttivo e artistico come pochi – secondo solo al Piccolo di Milano. E soprattutto è, simbolicamente, il luogo del possibile, primo “rinnovamento” della scena nazionale. Dalle sorti del teatro Stabile capitolino si potranno intuire, in nuce, le evoluzioni del sistema del teatro pubblico italiano, cui il decreto “Valore Cultura”, fortemente voluto dal ministro Bray e dal Mibact, intende dare una notevole accelerata. Si capirà a giorni, insomma, se il Teatro Argentina sarà il primo teatro del nuovo corso, o un teatro legato ancora alle vecchie, ormai stantie, modalità d’uso.
Ultimamente sono girati molti nomi nel Totonomine: e gli ultimi circolati fanno ben sperare. Per la direzione si parla, da tempo, di Ninni Cutaia: spalle larghe e sensibilità alle tante anime della creazione contemporanea, un curriculum di tutto rispetto in cui brillano le direzioni dell’Ente Teatrale italiano e del Teatro Stabile di Napoli. La Regione di Nicola Zingaretti ha poi designato due alte personalità: Marino Sinibaldi, direttore di Radio3Rai, tra le menti più vivaci d’oggi; e Nicola Fano, direttore di Succedeoggi.it, un passato all’Unità, giornalista e critico da sempre “scomodo” nel panorama nazionale. Saranno loro i cardini attorno cui ruoterà il nuovo Teatro Stabile? E per quel che riguarda gli altri membri del Cda?
E chi saranno, poi, gli “artisti associati”? Su queste pagine candidavo, naturalmente, Antonio Latella, ma sono tanti i nomi – anche del bacino romano – di registi, autori, attori che potrebbero sicuramente dare un contributo notevole. Staremo a vedere, a giorni la risposta. Di fatto, comunque, tutta la scena romana è in fibrillazione e agitazione, non solo per i nuovi incarichi, ma anche – e soprattutto – per quella crisi, economica e di indirizzo politico-culturale, che sta infiacchendo e non poco i nostri artisti.
Di questo e d’altro si parlerà, il giorno 22 prossimo, al Teatro Valle Occupato, in un incontro – promosso da chi scrive con colleghi e amici critici – che vuole essere anche una sana (e propositiva) provocazione: “Lasagna romana: strati generali del teatro a Roma”. Un titolo con un po’ di ironia, che evoca il “pasticciaccio” in cui viviamo e tutti quegli “strati”, non “stati”, generali, del teatro in città. Ogni “strato” ha un suo problema: dalle occupazioni ai centri sociali, dalle piccole sale dedite alla ricerca ai grandi teatri privati, dalle compagnie agli autori, dal rapporto con il resto della regione fino ai festival. Sono tanti i nodi ancora da sciogliere. Si tratta, allora, di un primo incontro – speriamo ce ne siano altri in futuro – in cui fare il punto sulla situazione, superando lamentazioni abituali o fazioni eterne. Un incontro cui, si spera, prenderanno parte attiva tutti o quasi gli operatori e gli artisti della città. Per ricominciare, assieme, a parlare di teatro.
Ecco, qui di seguito, il comunicato dell’iniziativa:
Lasagna Romana
Strati generali del teatro a Roma
22 gennaio 2013 h. 18
Teatro Valle Occupato
Roma
“Lasagna Romana – strati generali del teatro a Roma”.
Intenzione degli organizzatori è quella di cogliere le domande, gli spunti, le problematiche emerse da due anni di occupazione del Teatro Valle di Roma e aprire una seria e articolata riflessione sullo stato delle politiche culturali e teatrali capitoline.
In un momento di evidente difficoltà delle istituzioni teatrali cittadine, l’incontro vuole essere un primo appuntamento per un confronto comune sulla politica culturale romana, aperto ad artisti, operatori, studiosi, amministratori.
Un primo incontro-confronto in cui si intendono affrontare i nodi irrisolti e le potenzialità del panorama teatrale a Roma.
Strutturato in interventi critici e in una discussione aperta, l’incontro vuole rinnovare e rilanciare la riflessione e il confronto sul futuro non solo culturale e artistico ma anche progettuale e occupazionale nel settore dello spettacolo dal vivo.
Nella giornata del 22 gennaio, saranno esposte alcune considerazioni maturate in questi mesi dal gruppo promotore, di cui fanno parte Antonio Audino (Radio3Rai), Graziano Graziani (Quaderni del Teatro di Roma), Simone Nebbia (teatroecritica.net), Andrea Porcheddu (linkiesta.it).
A questi si affiancheranno gli interventi, su temi specifici, di operatori del settore invitati.
Attraverso l’analisi delle diverse pratiche del fare teatro a Roma, si cercherà di condividere proposte costruttive pensando congiuntamente a possibili soluzioni per superare l’attuale stallo e per rilanciare la vita teatrale romana.
All’incontro sono invitati a partecipare i rappresentanti delle Amministrazioni territoriali – Comune di Roma e Regione Lazio – nella prospettiva di mettere a fuoco questa improbabile “lasagna” romana, sospesa tra crisi esplosiva e riscatto internazionale.
Sarà un confronto aperto che toccherà molti degli attuali temi riguardanti le politiche culturali della città di Roma: Teatri Privati, Associazioni, Bandi Pubblici, Festival, Centri di Produzione Indipendenti, Spazi Occupati, Compagnie, Direzioni artistiche etc…
Interverranno:
Tiziano Panici, Veronica Cruciani, Fabrizio Arcuri, Roberta Scaglione, Chiara Crupi, Teatro Valle Occupato
Saranno invitati a prendere parte alla discussione:
Ninni Cutaia, Massimo Monaci, Emanuela Giordano, Alessandro Berdini, Fabrizio Grifasi, Piero Maccarinelli, Natalia Di Iorio, Roberta Nicolai, Marco Ciuti, Paolo Ruffini, Carlo Fuortes, Luca Ricci, Giorgina Pilozzi, Giorgio Barberio Corsetti, Debora Pietrobono, gli artisti e i lavoratori dei teatri pubblici romani , le compagnie teatrali e la cittadinanza tutta.