Oggi scriverò di una storia personale. Che riguarda me e la mia famiglia. E’ molto di attualità però.
Ad agosto sono diventato papà. Nei mesi precedenti alla nascita di Hind avevo letto una riflessione di Umberto Eco su L’Espresso che parlava del doppio cognome dato ai neonati e abbiamo deciso di dare a nostra figlia il cognome materno oltre a quello paterno. Una volta usciti dall’ospedale, all’anagrafe all’interno dell’ospedale ci dissero che lì per lì non era possibile. Tale richiesta doveva essere fatta nei mesi successivi. Indicazione poi rivelatasi sbagliata. Dopo 2/3 mesi andammo in Comune a chiedere informazioni su come procedere e ci risposero qualche giorno dopo via mail:
“Per ottenere questa cosa bisogna fare una domanda in bollo da 16 € alla prefettura di Ancona corso Matteotti n.46. La prefettura ha degli stampati ma è possibile anche su foglio normale.Mettere tutti i dati della bambina e dei genitori e indicare il cognome che si vuole aggiungere. Bisogna poi attendere la risposta che non è affatto veloce (circa 1 anno) nè scontata per l’esito. Molte volte è stata negata. Serviranno poi altre marche da Bollo (due) che vi chiederà la Prefettura. Quanto arriva l’autorizzazione lo stato civile di Ripe farà la rettifica del cognome.”
Quindi ci rechammo alla Prefettura di Ancona e ci fecero compilare il modulo. Ci spiegarono che per avere risposta positiva alla nostra domanda dovevamo scrivere due righe sulle motivazioni che ci spingevano a fare questa scelta. Hanno inoltre aggiunto che non bastava un motivo “semplice” come il fatto di voler dare continuità al cognome materno o il voler mantenere le radici con tutte e due i cognomi e quindi le famiglie, bensì dovevamo spiegare un motivo più articolato. Abbiamo deciso di puntare sul fatto della doppia nazionalità dei genitori (lei italiana e io albanese) nella speranza di avere esito positivo.
Ora siamo qui in attesa, in una lunga attesa a quanto dicono, per avere la risposta. Intanto leggiamo che la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo oggi ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendo negato ai due la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre anziché quello del padre.
Ecco. Questo non è proprio il nostro caso ma poco ci manca. La farraginosità del sistema burocratico italiano e l’assenza di una legislazione adatta su queste tematiche lasciano lacune incolmabili nella nostra società. Speriamo che qualcosa cambi in fretta.