Camere con vistaaffondato il Salva-Roma-bis, sopravvivono le sue appendici. Ed è subito Kafka.

Non è un post per parlare di parlamento, ma di come la qualità del suo lavoro modifichi  quella della vita dei cittadini.  E no, il problema non si risolverà con l'abolizione del Senato. Sarebbe co...

Non è un post per parlare di parlamento, ma di come la qualità del suo lavoro modifichi  quella della vita dei cittadini. 

E no, il problema non si risolverà con l’abolizione del Senato. Sarebbe come dire che la tosse si cura facendo un buco in gola per far passare aria fresca.

Riassunto delle puntate precedenti.

il governo Letta approva un decreto che al suo interno contiene misure di varia natura, tutte riguardanti la dimensione finanziaria di specifici Enti Locali (la più nota quella che salverebbe il comune di Roma dal dissesto finanziario).

Il decreto, nell’iter parlamentare, si gonfia di emendamenti, articoli aggiuntivi, coperture economiche rocambolesche. Di fronte a questo, il Presidente della Repubblica invia una lettera ai Presidenti delle Camere per chiedere più rigore nell’esaminare le modifiche proposte con gli emendamenti. I Presidenti di Camera e Senato accolgono la richiesta, monitando il restringimento dei ranghi in termini di puntigliosità nell’esaminare le proposte emendative.

Ribattezzato giornalisticamente “Salva-Roma”,  il testo decade a seguito delle polemiche sull’ipertrofia sopraggiunta, esplodendo, rupto iacuit corpore,  come la rana di Fedro.

Il governo Letta emana un nuovo decreto, il “Salva-Roma” bis. Questo si incaglia in commissione bilancio del Senato a lungo, ne esce con pochi emendamenti, taluni approvati all’unanimità. Ma il presidente Grasso è inflessibile nel praticare una severissima cernita (che ben spiegherà ribadendo la necessità di instaurare processi legislativi virtuosi): più o meno la metà delle modifiche proposte all’Aula verranno dichiarate improcedibili ( e pertanto “defunti”), perchè eterogenee rispetto al testo originale in discussione.

Il salva Roma-bis viene approvato dal Senato e va alla Camera, tutti gli emedamenti “scartati” approvati dalla commissione bilancio, costituiscono un disegno di legge che viene spedito all’esame in gran fretta, proprio perchè contengono misure importantissime, per evitare il dissesto economico di Venezia, per sostenere i comuni terremotati dell’Emilia Romagna, garantire le pulizie nelle scuole ecc.

Alla Camera, in seguito all’ostruzionismo di Lega e 5 Stelle, il Salva-Roma-bis viene ritirato del governo (Renzi). le sue frattaglie parlamentari, al contrario, sono sopravvissute e hanno più diqualche chance di arrivare a compiutezza.

Ognuno può valutare il fatto come preferisce.  A me sembra che l’assurdo kafkiano stia diventando una categoria del diritto. Di fronte all’artigianalità con cui si montano e smontano i provvedimenti, pare venire meno il loro senso profondo: incidere per cambiare (migliorando) la qualità della vita dei cittadini, i quali avrebbero il sacrosanto diritto di strabuzzare gli occhi di fronte a questi bizantinismi.

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