Vita da caniAncora due parole sul bullismo

Tutti hanno avuto modo di vedere il pietoso filmato in cui una ragazzina di 15 anni picchia la compagna incitata dal "branco". Si commenta da solo, ed è inutile sprecare ulteriore inchiostro (seppu...

Tutti hanno avuto modo di vedere il pietoso filmato in cui una ragazzina di 15 anni picchia la compagna incitata dal “branco”. Si commenta da solo, ed è inutile sprecare ulteriore inchiostro (seppur virtuale) per una situazione figlia dell’ignoranza più gretta e di un modo di intendere la vita in cui non è il migliore a vincere, ma il più prevaricatore e il più violento. Lanciati tutti gli strali possibili contro, nell’ordine, la becera ragazina, gli amici inqualificabili, e anche i genitori che sicuramente non hanno fatto un grandissimo lavoro dal punto di vista educativo, mi preme però parlare di un altro tipo di bullismo. Quello che è impazzato sul web, nel tentativo di stanare la “picchiatrice”. L’hanno fatto tutti, nessuno escluso. Ma mi ha colpito in particolare che l’abbia fatto Selvaggia Lucarelli, una persona che, mediaticamente, ha un peso superiore perfino a Valentino Rossi. La seguono oltre 200.000 persone su Twitter e altrettante su Facebook. E stamattina la Lucarelli, dopo aver postato il video “non censurato” (e bene ha fatto, a mio modesto parere), ha poi pubblicato su Facebook il profilo della bulletta. 

L’ha insomma messa sotto i riflettori di almeno 200.000 persone che potessero andare a vedere il suo profilo e capire quanto fosse bulla la ragazza. E’ giusto fare così? Secondo me no, o almeno non del tutto, soprattutto quando si ha un “peso” mediatico di questo tipo. Esporre alla gogna la ragazzina non la farà redimere, non le farà capire di aver sbagliato. Anzi, per una perversa logica da tronista, essere al centro dell’attenzione (seppur attenzione corredata da pesanti insulti) le farà pensare che, in fin dei conti, la sua bravata poi non è stata mica tanto male. E che, anzi, le ha regalato ben più di quei 15 minuti di fama di cui parlava Andy Warhol. 

Qualcuno ha provato a scrivere una critica all’atteggiamento della Lucarelli. Ma l’ha fatto in modo non furbissimo, attaccandosi ancora una volta alle forme della conduttrice e, di fatto, perdendo qualsiasi ragione di sorta. Vero è che la sostanza rimane, ma attaccarsi alle tette di Selvaggia non dà nulla al dibattito e, anzi, lo svilisce particolarmente. Peccato, perché la questione è interessante e intrigante. In una società che vive perennemente online, esistono dei momenti in cui è bene abbassare la luce (accecante) dei riflettori? Se le botte alla compagna la bionda bulletta le avesse date vent’anni fa, avrebbe avuto la medesima attenzione? Sicuramente no. Ma non necessariamente questo sarebbe stato un male. 

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