Io sto a Beppe Grillo come il caffè sta al sale: incompatibili. Chi mi conosce, o chi segue i miei profili Facebook e Twitter, lo sa bene.
Ciononostante oggi sono con lui. Oggi difendo il suo sacrosanto DIRITTO a salire su quel palco per dire ciò che crede. E non si tratta di una semplice professione di democrazia.
Grillo, dopo il Festival di Sanremo del 1989, fu costretto ad un vergognoso esilio mediatico ordinato da una classe dirigente scadente. Era un comico di grandissimo talento e lo fecero fuori. Facendo fuori lui diedero un messaggio chiaro: nessuno era intoccabile e il detto secondo cui in Italia “non conta cosa sai fare, ma chi conosci” si era cristallizzato nel tempo.
Oggi Grillo consuma la vendetta sua contro un sistema indegno. Oggi, e solo oggi, sto con un vero talento della comicità fatto fuori da una massa di idioti con la tessera da parlamentare.
E poi diciamoci la verità: se oggi ci ritroviamo Grillo in politica e un Paese che della meritocrazia se ne fotte, lo dobbiamo a loro, non certo a noi.