di @fra_siciliano
IN CLIUS EX MACHINA. Sallusti ne è più che sicuro: «Mi dicono che la moglie di Napolitano, la comunista Clio, odia Silvio, e ha molto peso sulle scelte del Quirinale».
CONVERGENZE PARALLELE. «E’ giusto allearsi con la Le Pen» dice il dimagritissimo segretario della Lega Nord, Matteo Salvini. Se non altro «per battere gli Europirla».
IUS MANIFESTANDI. Gli uomini e le donne dell’Esercito di Silvio sono increduli: «Ci hanno bloccato gli striscioni sul raccordo anulare».
LE VIE DEL SIGNORE SONO…FINITE. Enrico Letta, nel suo ultimo discorso da premier ci ha provato: «Io e il mio governo siamo nelle mani della provvidenza».
L’ORA DELLE DECISIONI IRREVOCABILI. «La batteria del governo è scarica: dobbiamo decidere se ricaricarla o se cambiarla» tuona Renzi, poco prima di entrare in direzione e sfiduciare Letta.
FUOCO AMICO. Civati proprio non ci sta: «Letta è stato trattato come la giraffa dello zoo di Copenaghen».
BERSAGLIO MOBILE. «Se Renzi fosse un mobile sarebbe un carrello perché si muove sempre» dice il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, al quasi ex sindaco di Firenze.
FUORI TEMPO MASSIMO. L’ex ministro Corrado Passera lo annuncia urbi et orbi: «E’ pronto il mio nuovo piano per l’Italia».
NON CI RESTA CHE PIANGERE. Estemporaneo, torna Rotondi: «Conservo la carta-Brunetta per il Quirinale».
PARIGI VAL BENE UNA MESSA. Sandro Bondi, interrogato sul caso De Gregorio, lo dice fuori dai denti: «Per far cadere Prodi eravamo pronti a votare con il Partito comunista».
UNA BUGIA DI TROPPO. «Prendo 8mila euro netti al mese ma sarei contentissima di prenderne mille» sentenzia la forzista Laura Ravetto mentre le cresce il naso.
LE ILLUSIONI PERDUTE. «Lo schiaffone alla grillina? Solo un’illusione ottica» dichiara Dambruoso di Scelta Civica, quasi a mo’ di scusa.
I DOLORI DEL GIOVANE VITTORIO. «Io sono l’uomo pubblico più soggetto a stalking, ricevo almeno 15 telefonate al giorno» dice Sgarbi.
ATTENTI A QUEI DUE. «E’ Evidente – conclude Sallusti – sia Fini che Alfano sono stati cooptati da Napolitano per uccidere Berlusconi».