La City dei TartariEsci da questo asintoto, Italia.

Ci hanno fatto credere che esistesse solo lo spazio per uno spostamento lungo la linea del tempo, senza volare alto, ci hanno convinto di doverci arrendere alla mediocrita', alla carenza struttural...

Ci hanno fatto credere che esistesse solo lo spazio per uno spostamento lungo la linea del tempo, senza volare alto, ci hanno convinto di doverci arrendere alla mediocrita’, alla carenza strutturale di fondi e di sogni. E ci siamo impediti di  sentire  quell’energia dentro che raccontava ogni giorno della necessita’ di uno scatto, un’azione od una reazione allo stato delle cose. Ci sono quasi riusciti. A convincerci ad accontentarci, al lavoro precario, alla fuga all’estero, ad una nostalgia senza fine e senza soluzione di continuita’ con la nostra storia, con quella maniera poderosa con la quale questo paese senza risorse naturali se non la materia grigia dei suoi abitanti, se non la capacita’ di vendere cara la pelle, dopo averla conciata e tramutata in qualche oggetto od abito di gran prestigio, e’ riuscito a sopravvivere. Nonostante decenni di piccoli e grandi tradimenti, nonostante l’oppio mediatico. Hanno provato a farci pensare che quell’ammasso di macerie e di massi sulla strada del futuro, di un futuro sostenibile ed equo, fosse impossibile da rimuovere.

Invece, abbiamo cominciato ad uscire dall’asintoto, siamo tornati a scalare l’asse della qualita’ della vita, dello sviluppo umano, della crescita economica. Non piu’ flatliner, Italia.  Spero il primo governo Renzi sia alla guida di un paese dove ognuno si senta un sottosegretario, senza bisogno di personalita’ illustri, perche’ possiamo e vogliamo goderci quella fama personale, quel protagonismo individuale e collettivo che nasce dal fare le cose. Come giudice, noi stessi, con moventi e passioni che solo noi, uno per uno, conosciamo, e che sappiamo, dobbiamo saper tradurre in politiche che vadano bene a tutti. Un governo di normalita’, di piccolo cattivo gusto, di cultura popolare che decolli improvvisamente e un governo condiviso di soluzioni che nascano nell’esperienza e nella competenza e non in una stanza dei bottoni di chi sa usare la macchina ministeriale senza anima.

Idee, dice qualcuno, dateci idee, e le idee arriveranno, ma, soprattutto, in forza della delega per noi stessi che abbiamo, stara’ a noi anche implementare e cambiare le cose. Nelle giornate, nelle ore, nei minuti di questo governo parcellizzato dentro al popolo, dentro le case delle persone. La grandissima sfida di questo governo, come spero di molti altri a venire, sara’ quella di rendere speranza e fiducia, nel decennio della ‘giustezza’, dell’equita’, della giustizia intragenerazionale. Educazione, cultura, ergo capacita’ di capire le sfide, di vedere rischi ed opportunita’, e prenderli, abbandonarsi ad una sensazione che spesso ci manca, quella del volo libero, incontrollato, in uno spazio vuoto. Ma per quello bisogna salire in alto, aumentare la posta in gioco.

E, per questo, usciamo dall’asintoto, Italia ed Europa.

“Non so se vivremo in un mondo piu’ giusto domani, ma so che voglio provarci. A partire da queste matite colorate da appuntare con mia figlia, per scuola” K.J. Okker “Neoscolastica”

Soundtrack

Mogwai – May nothing but happiness come through your door

http://youtu.be/_noyE0K4UmY

The Jezabels – No country

http://youtu.be/–yEnSGaXAs