Un poco smarrito, forse un effetto dell’età, osservo le vicende politiche del nostro paese, per fortuna assolutamente irrilevanti sul piano internazionale e non riesco ad appassionarmene più di tanto anche se, devo ammettere, sono pittoresche.
Due uomini, appartenenti allo stesso partito, si contendono la presidenza del consiglio, perché ad uno di questi la segreteria del partito non basta. Nell’ambito del partito si susseguono i pianti isterici, i tradimenti, più efficaci se improvvisi, le frasi sibilline e tutto l’armamentario, naturalmente in piccolo e in caricaturale, del nostro grande Rinascimento.
Interessanti i commenti dei partiti di centro già divisi in almeno tre formazioni: Monti, ricordate il grande professor Monti senatore a vita e salvatore d’Italia, si accosterebbe a Matteo Renzi seguendo la strada di Dario Franceschini ma porterebbe solo quattro senatori. I dissidenti dal professore con altri gruppi che sono fioriti contro stagione al senato si guardano intorno e attendono per vedere dove sarà più interessante per loro collocarsi. Attende anche Tabacci a capo di milizie virtuali di origine incerta. Angelino Alfano dispone di un gruppetto buono per fare la maggioranza sempre che tutti siano d’accordo ma impaurito dalle nuove elezioni è disposto anche ad accettare la cosiddetta staffetta e aggregarsi a Renzi ma a Renzi vogliono aggregarsi anche una parte, se non tutti, i Sel che non vogliono Alfano e sostengono che rastrellando un po’ di grillini delusi e altre figure che non mancano mai in parlamento, come dimostra il processo di Napoli, si può costruire un forte governo di rinnovamento sociale e ambientale. Quanto a Casini, praticamente solo, è ritornato tra le braccia berlusconiane dove ha verificato che il livello intellettuale si era così abbassato nei pochi anni trascorsi che il suo poteva grandeggiare e trovare un nuovo ruolo nell’ambito della grande destra ringhiante.
Ci troviamo dunque di fronte ad una situazione dove, perduto ogni parametro ideologico si stanno perdendo anche quelli più propriamente politici e la lotta, similmente alle società primitive, si concentra sulla materialità del potere: la corona, la spada, il mantello di ermellino e le casse di monete d’oro. Temo che siamo tornati indietro ancora dal Rinascimento e da Macchiavelli, alla società medievale tanto cara ai preti che la comandavano e tanto piena di guerre, di malattie, di fame, di orrori di ogni sorta. Ma, per favore, non date retta a queste note ipocondriache destinate a sparire ben presto con l’autore e guardate avanti ricordando che dopo mille anni di estrema decadenza e povertà anche l’Italia seppe rinascere e diventare il cuore culturale, commerciale e finanziario dell’Europa. Ci vorranno alcune generazioni ma non scoraggiamoci.