Ora non si vuole difendere Renzi e il suo futuro Governo – ammesso che Napolitano decida di conferire l’incarico al segretario democrat. Le perplessità ci sono, sono molte e non potrebbero essere superate facilmente (vedi qui). Però, c’è sempre un però, una cosa va detta, scritta e fissata con un chiodo nella mente: la nostra è una Repubblica parlamentare. Quindi – premesso che sarebbe stato meglio approvare una nuova legge elettorale ed andare al voto; premesso che adesso Renzi rischia seriamente di bruciarsi; premesso che risulta strano che il Pd abbia di fatto sfiduciato un Governo del Pd – la staffetta, il cambio, chiamatelo come volete, è un’operazione che la nostra Costituzione permette, perchè, appunto, siamo una Repubblica parlamentare e di conseguenza il Presidente del Consiglio non è scelto dai cittadini, ma indicato dai partiti al Presidente della Repubblica. E lo stesso lo nomina (art. 92 della Costituzione):
Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri
Quindi andrebbe detto a chi urla “non è scelto dal popolo”, “il voto del popolo non vale più nulla” che è la prassi; che è “la più bella del mondo”, bellezze; che in passato i governi si costituivano durante i congressi della Dc. Ecco perché chi si scandalizza dei giochetti di palazzo e allo stesso tempo difende una Costituzione anacronistica, che è baluardo della partitocrazia, non sa di cosa parla.