Camere con vistascambio di vedute sulla consapevolezza della corruzione nello scambio politico-mafioso (estrapolato dal dibattito in aula sulle modifiche al 416-ter)

Lo scorso 28 gennaio il senato ha approvato in terza lettura la modifica dell'articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso. Una misura attesa, in particolar...

Lo scorso 28 gennaio il senato ha approvato in terza lettura la modifica dell’articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico-mafioso. Una misura attesa, in particolare  dai sostenitori dell’iniziativa “Riparte il futuro” – che raccoglie associazioni antimafia e a favore della cultura della legalità –  prevede che “chiunque accetta la promessa di procurare voti mediante le modalità di cui al terzo comma dell’articolo 416-bis in cambio dell’erogazione o della promessa di erogazione di denaro o di qualunque altra utilità ovvero in cambio della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione è punito con la stessa pena stabilita nel primo comma dell’articolo 416-bis. La stessa pena si applica a chi promette di procurare voti con le modalità di cui al primo comma».
La discussione  nell’Aula del Senato si rallenta attorno a un aggettivo che il gruppo di Forza Italia vorrebbe introdurre al testo: “chiunque accetta consapevolmente”. Un sassolino in grado di inghippare il meccanismo. L’avverbio, riferito alla conoscenza della qualità soggettiva, “non farebbe altro che mettere l’accusa (le procure) in una situazione di estrema difficoltà nel riuscire a provare la sussistenza di un qualcosa che comunque ha a che fare con il foro interno – gli risponde il senatore Cinque Stelle Maurizio Buccarella –  provare la consapevolezza non è provare l’esistenza di un bonifico o di un vaglia: provare la consapevolezza (attiene all’elemento psicologico) è un qualcosa che metterà in estrema difficoltà le procure in tutti i casi in cui è necessaria maggiore chiarezza”. E infatti il tentativo di sabotaggio viene sventato e neutralizzato. Sullo stesso fronte anche il Senatore Felice Casson, che chiarisce ulteriormente: “oltre che ultronea dico che questa indicazione complica gli accertamenti degli operatori della polizia, perché rischia di rendere la prova del reato una probatio diabolica, e questo noi dobbiamo evitare. È questo il motivo per cui noi ci opponiamo. Vogliamo mettere in una legge un avverbio ultroneo, anzi ridicolo, perché sarebbe come scrivere «chiunque ruba consapevolmente», «chiunque rapina consapevolmente»? Ci ridono dietro!”
Dalla parte dei sostenitori della ‘consapevolezza’ (poi bocciata dall’Aula), assieme ai rappresentati di Forza Italia, c’è anche Lucio Barani, appartenente al gruppo GAL Grandi Autonomie e Libertà,  phisique du rolle alto e panciuto, eleganza antica, volto sorridente e rubicondo. Il senatore dichiara: “Nessuno può permettersi di mettere a rischio la libertà di onesti cittadini che si presentano al corpo elettorale per essere i loro rappresentanti e di dare in mano a certi PM politicizzati quei famosi due zeri, che – tanto per rimembrare 007 – diano loro la licenza di uccidere politicamente chiunque vogliano”.
Se applicassimo il sistema del carotaggio ai componenti emiciclo parlamentare, lui sarebbe uno di quelli con più strati. E che strati. Da sindaco del paese di Aulla il Barani fa amichevolmente approvare una delibera che definisce il suo un “comune dedipietrizzato”. A seguire, nel 2003, statua commemorativa di Bettino Craxi, poi messa in vendita da un sindaco successivo.
E’ notizia del 2008 quella della sottoscrizione per l’acquisto della statua, partita nientemeno che da Sergio De Gregorio (la nemesi storica non manca d’ironia), l’ex dipietrista poi passato con la sua formazione ‘Italiani nel Mondo’ al centro destra, circostanza successivamente oggetto di attenzione della magistratura per la cospicua somma guadagnata col cambio casacca.  
«Italiani nel mondo è fermamente intenzionato a comprare la statua per rendere omaggio al valore dell’uomo e delle idee di cui era fiero portatore.  Italiani nel mondo avvierà negli Stati Uniti una mobilitazione di italo-americani per coinvolgere quanti guardano alla figura di Craxi come allo statista che riuscì a portare l’Italia nell’olimpo delle potenze mondiali(…). La città di Philadelphia è pronta ad ospitare la statua e la comunità italo-americana, guidata dall’on. Amato Berardi, deputato eletto in Nord America, si è dichiarata disponibile a raccogliere i fondi necessari per candidarci a vincere l’asta del Comune di Aulla». «Abbiamo già individuato la collocazione ideale per la statua di Bettino Craxi – ha aggiunto il deputato Amato Berardi – vicina a quella di Cristoforo Colombo, nella piazza centrale di Philadelphia, proprio dove scorre il fiume Delaware».
Come souvenir della Prima Repubblica, oltre all’antipatia inveterata verso la magistratura, Barani ha portato con sé l’abitudine a indossare ogni giorno un garofano fresco all’occhiello della giacca e la disinvoltura nell’orazione civile. Ha infatti proseguito il suo intervento sull’inasprimento delle pene per lo scambio di influenze politico -mafiose con un invito alla riflessione “su quello che stiamo facendo oggi perché si può ripercuotere ovviamente su tutti quanti noi. Ma è possibile che, se in campagna elettorale mi metto a corteggiare un’elettrice, debba io chiederle l’albero genealogico? Infatti, se magari vado a cena con questa elettrice ed essa ha un parente su cui vi sono sospetti di mafia, solamente per essere andato a cena, perché ho avuto il beneficio anche del dopocena, io dovrei andare in carcere. Ma scherziamo?”
La domanda retorica cade nel vuoto, accompagnata dallo sguardo paziente del Presidente del Senato Pietro Grasso, sotto il sopracciglio appena alzato.
p.s. Per completezza di informazione, l’allora sindaco di Aulla, Simoncini ha riferito a Repubblica   il 13 gennaio 2010 che De Gregorio “ha offerto 60mila euro  una cifra troppo lontana dalla valutazione della statua (140-150mila euro). Fummo costretti a rifiutare”. Lo stesso articolo racconta che il comune era pronto a farne dono al comune di Milano, allora guidato da Letizia Moratti, al tempo intenta a dedicare una piazza a Bettino Craxi.  
 

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