A volte scrivere un articolo è difficile: ci si deve documentare molto e si deve dedicare molto tempo per cercare la forma adatta per coinvolgere il più possibile il lettore, cercando da una parte di ammaliare e dall’altra di stimolare un’analisi critica del problema.
A volte, invece, basta un po’ di memoria, qualche link, e lasciare che sia il lettore a leggere, pensare, indignarsi.
L’AD di Trenitalia Mauro Moretti lamenta il rischio di lasciare il Paese qualora il Governo imponesse un taglio agli stipendi dei manager pubblici.
Il personale invito, prima di prendere un eventuale biglietto aereo (o del treno) verso una qualche destinazione internazionale, è quello di documentarsi.
Già durante il governo Monti, l’ad Moretti, e con lui altri manager delle grandi aziende a partecipazioni statale, fu “salvato” dal taglio degli stipendi dei manager pubblici. Ora la questione torna d’interesse, soprattutto in vista delle nuove nomine dei dirigenti statali.
Ricordiamo al “povero” Moretti che i manager italiani, pubblici e privati sono i più pagati d’Europa, a fronte di performance che definire “poco entusiasmanti” spesso è quanto meno lusinghiero. Se ha da lamentarsi, più che col Governo o con Cottarelli se la prenda con i suoi omologhi, invece di paventare inutili fughe. Anche perché se è vero che i conti di Trenitalia sono in ordine grazie al risanamento ad opera di Mauro Moretti, troppe ombre permangono sul suo operato: dalla pessima gestione dei pendolari e del trasporto merci, fino alla uccisione in culla di ogni forma di concorrenza, come è accaduto a Arenaway prima e a NTV poi. Tutti bravi a migliorare i conti in un monopolio, caro Moretti!