Blog Notes di MartaPornografia

Se, pensando al titolo della nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano per la regia di Luca Ronconi, “Pornografia”, in scena dal 13 marzo al 5 aprile, si teme lo scandalo e il rischio di dover ...

Se, pensando al titolo della nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano per la regia di Luca Ronconi, “Pornografia”, in scena dal 13 marzo al 5 aprile, si teme lo scandalo e il rischio di dover vedere uno spettacolo “hot”, o anche soltanto piccante, ci si sbaglia completamente. Nessuna volgarità (e non mi si dica che un seno nudo a teatro è volgare, c’è in una scena), o tantomeno doppi sensi. Al contrario, su un palco prevalentemente buio e quasi vuoto, si consuma, a fuoco molto lento, la storia tratta dal romanzo omonimo dell’autore polacco Witold Gombrowicz (1904-1969): due signori di mezza età, Witold e Federico (Riccardo Bini e Paolo Pierobon), fuggono da Varsavia durante la guerra e si incontrano in una villa in cui sono ospiti, e in cui si trovano anche Enrichetta e Carlo (Lucia Marinsalta e Loris Fabiani), due giovani che sono semplicemente amici perché condividono lo stesso tetto (lei è la figlia della padrona di casa e lui un ragazzo di servizio). Data la premessa, sarà importante sapere, prima di recarsi al Piccolo, che tutta la vicenda si gioca sulla –squallida- insistenza di Federico e Witold nel cercare di far scattare una scintilla tra i due giovani. Ronconi spiega che in questo spettacolo “si manifesta un’aspirazione dell’uomo solitamente nascosta e meno legale: il suo bisogno d’incompletezza, di imperfezione, di inferiorità, di gioventù”. E infatti, nel chiedersi reciprocamente, i personaggi, retoricamente e continuamente “ma tu credi in Dio?” lungo tutto lo spettacolo (domanda che implicherebbe una coscienza religiosa o almeno profonda al punto di porsi degli interrogativi del genere), quella che, poi, portano in scena è, al contrario, una completa incapacità di crescita e immaturità: colgono, razionalmente, di volta in volta, quali sarebbero le migliori scelte da compiere, ma non hanno la benché minima volontà di perseguire le azioni necessarie a realizzarle. E così, ad esempio, Errichetta e Carlo vivono la loro relazione di amicizia quasi con una volontaria infantilità, mentre Federico e Witold stanno a guardarli ingordi e speranzosi di vedere il loro legame tingersi di erotismo. Anche i due signori, allo stesso tempo, non affrontano completamente il loro rapporto reciproco che, in certe scene, è quasi omosessuale, e si nascondono nella volontà di condizionare il legame tra i giovani per non pensare a se stessi. Se una bravissima Valentina Picello, Amelia, la madre di Venceslao (Ivan Alovisio, il promesso sposo di Errichetta), porta pochi minuti di respiro d’aria fresca durante le più di due ore di spettacolo, l’intera serata pecca, invece, di un’ arrugginita pesantezza da parte degli attori e del loro modo d’interpretare un testo articolato, di per sé superato e soprattutto scritto per la narrativa, e che in teatro non rende.

Ad ogni modo, se dopo la visione dello spettacolo le impressioni sono state non soddisfacenti, o se prima di vederlo si desidera raccogliere qualche idea in più, il Piccolo ha organizzato una serie d’incontri di approfondimento, che magari porteranno ad una maggiore chiarezza e convinzione. Gli appuntamenti sono dedicati all’autore e alla sua opera, al contesto storico e alla messa in scena. Il primo, dal titolo Witold Gombrowicz, un immaturo innamorato della propria immaturità, in programma oggi, venerdì 14 marzo ore 17, al Chiostro Nina Vinchi (via Rovello 2): si tratta di una conversazione di  Francesco M. Cataluccio con Rita Gombrowicz e Allen Kuharski.

Info. Piccolo Teatro Grassi, via Rovello 2, 13 marzo-5 aprile

Martedì e sabato, ore 19.30. mercoledì, giovedì e venerdì, ore 20.30. domenica, ore 16. Lunedì, riposo

Durata: 3 ore e 10 min compreso intervallo

Prezzi:platea, 33 euro. Balconata, 26 euro.

Tel. 848800304, www.piccoloteatro.org