Non aprite quelle porteArrivano i normcore: la vera tendenza adesso si chiama banalità

Credevo che la trasformazione dell’abbinamento sandalo-calzini da riprovevole a cool fosse un fenomeno isolato, ma mi sbagliavo. Leggendo qua e là, infatti, sono incappata in un movimento silenzios...

Credevo che la trasformazione dell’abbinamento sandalo-calzini da riprovevole a cool fosse un fenomeno isolato, ma mi sbagliavo. Leggendo qua e là, infatti, sono incappata in un movimento silenzioso di cui ignoravo l’esistenza: i normcore.
«La fusione di normal e hardcore, una sorta di convinta adesione alla banalità del vestire» si legge su Doppiozero, che riprende un articolo di Fiona Duncan sul New York Magazine, «è stata introdotta da una società di ricerca americana, K-Hole, per dar conto di una tendenza sempre più diffusa tra gli americani cool, ovvero i giovani di estrazione urbano-creativa: quella di vestirsi nella maniera più piatta possibile, “come un turista”».
Come un turista. Mai parole furono più significative. Perché dai – ammettiamolo – il turista ha sempre quel look un po’ bizzarro, di cui i sandali con i calzini sono solo la punta dell’iceberg.

Felpe, giubbini di jeans, pantaloni a vita alta, cappellini con la visiera e scarpe da ginnastica – praticamente la divisa dei liceali dei primi anni ’90, se aggiungiamo le camicie alla Kurt Cobain – seppelliranno l’abbigliamento da hipster e riporteranno alla ribalta un concetto troppo spesso dimenticato: la comodità.
Si unisce così l’utile al dilettevole: vestirsi banali e senza troppe pretese per essere à la page. Cosa vogliamo di più dalla vita? D’altra parte Jobs e Zuckerberg insegnano che la strada per il successo passa per un armadio pieno di capi qualunque, non certo per Via della Spiga.

E grazie a questa tendenza normcore, nessuno potrà più accusarci di essere sciatti. Giusto settimana scorsa, un amico, guardando inorridito i miei jeans un po’ larghi, mi ha detto: «Non vedevo pantaloni così dagli anni ’90. Perché non metti jeans da donna?». Io mi sono limitata a sorridere, mandandolo a quel paese solo mentalmente, ma adesso so che avrei potuto rispondergli così: «È la moda, bellezza!».
La sciatteria non è morta, viva la sciatteria! Possiamo dunque tutti tirare un respiro di sollievo e rispolverare quel berrettino da baseball che, per pudore, avevamo seppellito in fondo all’armadio insieme alle felpe oversize.
Ora le grandi domande, però, sono due.
La prima: tornerà alla ribalta anche il marsupio?
La seconda: i manager e gli avvocati di successo, che ogni giorno invadono il centro di Milano con i loro abiti aderenti, alla sera si riuniranno in gruppi di sostegno e diranno: «Ciao, sono un fighetto e oggi per la prima volta ho messo una camicia dell’Oviesse. L’ho pagata quindici euro e, credetemi, sono sopravvissuto»?

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