E ora qualcosa di completamente diversoLa moralità delle imprese

Vorrei qui proporre un gioco: legare tre questioni che possono apparire molto diverse per porre l'attenzione su un concetto semplice, quello della libertà d'impresa. Le tre storie sono le seguente:...

Vorrei qui proporre un gioco: legare tre questioni che possono apparire molto diverse per porre l’attenzione su un concetto semplice, quello della libertà d’impresa.

Le tre storie sono le seguente: il premio produzione ai dipendenti della Ferrari, le dichiarazioni del Ministro Guidi e il licenziamento dell’amministratore di Mozilla.

Partiamo dall’ultima.
Qualche giorno fa i giornali di mezzo mondo raccontavano che Brendan Eich, amministratore delegato di Mozilla, l’azienda di Firefox, il terzo browser più usato sul pianeta, è stato licenziato poche settimane dopo l’inizio del prestigioso incarico per aver donato nel 2008 1000$ al comitato per il referendum californiano contro le nozze fra omosessuali. Eich, antesignano di Guido Barilla, senza renderlo pubblico si era liberamente schierato a favore del matrimonio tradizionale. E per questo è stato licenziato.
Mezzo mondo si è chiesto se la Silicon Valley sia un covo di reazionari pronti ad allontanare chiunque esprima una posizione contraria al credo della loro comunità, il progresso.
Nei fatti, Eich ha probabilmente perso il lavoro nel nome della Responsabilità Sociale d’Impresa: l’azienda Mozilla ha ritenuto rischioso aver fra le prime file della sua azienda qualcuno che avesse una storia personale che potesse creare “incomprensione” con i clienti. Il tema, non banale, è quello della libertà di pensiero, questa volta declinato in modo poco usuale per noi: a essere colpito è l’atteggiamento conservatore verso il matrimonio tradizionale [link BBC].

Eppure, stando alle parole della Ministro Guidi, Mozilla ha tutto il diritto di fare quello che vuole, a prescindere da qualsiasi questione etica, purché non violi le leggi scritte.
Proprio ieri il neo Ministro dello Sviluppo Economico, riferendosi al trasferimento della sede FIAT fra Amsterdam e Londra, ha detto “Un’azienda privata può fare quello che vuole“, definendo in una battura il suo atteggiamento liberale. Dal momento che FIAT non viola alcuna regola scritta, non si può condannare FIAT per quello che fa, così come non si può condannare Mozilla. Casomai, aggiungo io sperando di non peccare nella mia esegesi delle parole del Ministro, si può decidere se moralmente valga la pena, dopo la scelta fatta dall’impresa, di acquistare ancora FIAT o di usare ancora il browser Mozilla: di questo, infatti, si occupa la Responsabilità Sociale d’Impresa. Mozilla avrà messo sulla bilancia l’opportunità di mantenere fra le proprie fila un valido soggetto che poteva ledere l’immagine dell’azienda o se conveniva licenziarlo. Così FIAT avrà valutato che il trasferimento di sede, in barba alla sua storia centenaria, portava dei benefici superiori alla perdita d’identità e di legame col paese d’origine dell’azienda madre (sia per quanto riguarda FIAT che Chrysler).

“Un’azienda privata può fare quello che vuole”, come distribuire benefici ai suoi dipendenti.
E’ il caso della Ferrari che ha deciso di dare un premio produzione di circa 4.000 ai dipendenti, come previsto dal nuovo contratto siglato nel 2012. Un’ottima notizia macchiata, tuttavia, da un neo: il bonus viene decurtato per chi ha chiesto giorni di malattia, di permesso non retribuito o di congedo matrimoniale. Insomma, se sei stato così fortunato da sposarti o così sfortunato da ammalarti o da avere problemi, la Ferrari ti concede solo in parte il premio di produzione.

Molti troveranno giusto non assegnare tutto il premio di produzione a chi è andato in concedo matrimoniale rispetto a chi non ha fatto un giorno di assenza, come stimolo a stare sempre meglio di salute. Molti troveranno giusto concedere alla FIAT (come ad altre aziende) la libertà di mettere la sede fiscale o la sede legale dove più gli conviene, anche se lo scopo evidente è quello di pagare meno tasse. Così come molti riterranno giusto aver licenziato un alto dirigente, che probabilmente non avrà problemi a ricollocarsi, per le sue opinioni sui matrimoni omosessuali, pur di aumentare le vendite. Molti, in sostanza, saranno d’accordo con il Ministro Guidi “Un’azienda privata può fare quello che vuole”.

A loro, però, rispondo con le parole del coordinatore Fiom alla FIAT: “Se la Fiat può fare quel che vuole a cosa serve un ministro dello sviluppo economico nel Governo Italiano?”. Ecco, se un’azienda è libera di fare quello che vuole, perché spendere tanto tempo nel definire le regole di convivenza civile, nel battersi per alcuni principi, per alcuni diritti e alcuni doveri, se poi è così facile per alcuni prendere decisioni che possono umiliare le persone per aver fatto alcune delle cose più naturali del mondo: stare male, sposarsi, esprimere un proprio giudizio.

P.s.: mentre scrivo queste poche parole, al Corriere (una volta si sarebbe scritto “in via Solferino”, ora non più…) si sta combattendo una battaglia feroce che vede, fra gli altri, in campo il direttore De Bortoli contro Scott Jovene, amministratore di RCS, azienda che ha in FIAT il maggiore azionista. Fra le diverse questioni sul tavolo, una riguarda gli amministratori, guidati da Scott Jovane, che per aver realizzato un risparmio di 92 milioni nell’ultimo anno, in parte ottenuti vendendo la storica sede di Via Solferino (30 milioni), hanno chiesto un bonus sui loro compensi. Per ora non li hanno ottenuti.
Stimabile direttore De Bortoli, perché si meraviglia, perché combatte? Se “un’azienda privata può fare quello che vuole” è giusto che non si curi di nulla, nemmeno della storia, pur di raggiungere il scopo. E pace a tutti gli inutili moralismi.

X