Per la 75esima volta nella mia vita ho percepito sul viso il caldo sole di primavera e sentito la fresca e profumata aria di questa stagione così vantata dai grandi poeti come da quelli che scrivono le canzonette. Quest’anno il puzzo della città soverchia lo zeffiro ma questo accade ormai da alcuni anni. Non sono più scosso, se non larvatamente, dalle pulsioni giovanili che peraltro invidio come invidio le loro magnifiche creste tenute accuratamente ritte in testa a forza di gel. Questo sentimento di amore, di attrazione, di coinvolgimento nei confronti dei giovani è diffuso sino al punto da divenire convenzionale e non vi è nulla oggi che non si faccia da un’opera pubblica (promessa) ad una iniziativa commercial culturale che non venga rivolta ai giovani: come giusto e fors’anche naturale. Ma questi amatori dei giovani (lo dico in italiano per non creare equivoci se detto nell’originale greco), dunque, devono rendersi conto che non tutte le generazioni di giovani sono uguali e non tutte garantiscono un vero progresso nella società. Abbiamo già visto nel corso del XX secolo cattivi maestri trascinare masse di giovani verso la violenza e la guerra, nel XXI secolo, sempre cattivi maestri, li trascinano verso la stupidità anche per mezzo di grandi adunate sostanzialmente anodine (però a Roma per domenica erano annunciati 2 milioni ne sono arrivati 800 mila. Per me è una buona notizia).
Joseph Roth sosteneva che i giovani esistono a ritmo delle loro generazioni e sono le loro prime esperienze quelle che danno ad una generazione il senso e le finalità. Se questa idea è giusta, come io credo, ci vorranno molte generazioni di giovani per uscire dal cretinismo di massa attuale e ricuperare una qualche piattaforma culturale.
Per rimanere nel nostro paese, Grillo, Bossi, la famiglia Berlusconi, Leoluca Orlando, Vanna Marchi, Papa Francesco, Mourinho, Matteo Renzi, Casaleggio, Santoro, Rodotà, Matteo Salvini, Vasco Rossi, Balotelli e tutti gli altri che non riesco a includere non si illudano: gli stessi giovani che vedranno compunti in ginocchio a recitare il rosario saranno quelli che con bottiglie molotov in mano attaccheranno gli uffici pubblici ovvero si sdraieranno su sedie di paglia sfondate a bere da enormi bottiglie di birra. Generazioni che hanno per maestri solo chi gli insegna la propaganda non possono che diventare che dei venditori dei fondi di investimento o dei nullafacenti. Per ricostruire questo tessuto giovanile che già in passato ha cambiato, nel bene o nel male, i termini della storia non è importante rivolgersi a loro come soggetti specifici perchè, l’ho già detto, la gioventù è una malattia da cui si guarisce sempre e troppo presto.