Sara è una ragazza piccola, con un taglio di capelli da maschio, rasato completamente su un lato e con il ciuffo sull’altro. E’ zitta finchè lui non le rivolge la parola. Mi colpisce subito il s...
Sara è una ragazza piccola, con un taglio di capelli da maschio, rasato completamente su un lato e con il ciuffo sull’altro. E’ zitta finchè lui non le rivolge la parola. Mi colpisce subito il suo sguardo attaccato alle mosse di quell’uomo apparso d’improvviso in classe e che parla in egiziano con il ragazzo del primo banco. E’ come se in quello sguardo, lo stesso del ragazzo che le siede vicino, ci fosse l’ombra di chi pensa “non sono egiziana, non sono marocchina, non sono peruviana quindi troppo banale perché si interessi a me.”
Non sono l’unica a capirlo. “E Tu da dove vieni?” le chiede l’ex Ministro, Lei, perentoria: “Sono italiana” , lui: “di dove?” e lei: “Sono pugliese” ,“Anche io”. Sara sorride, il suo compagno di banco pure, e tutti e tre attaccano a parlare dei genitori e dei piccoli centri della Puglia. Io mi rallegro.
Poco prima nel laboratorio di cucina della Galdus, una scuola di formazione professionale che sostiene centinaia di ragazzi, i compagni di scuola di Sara si accorgono della presenza di Matteo Forte, il giovane candidato alle europee sostenuto da Mario Mauro nel collegio Nord Ovest, lo chiamano “Prof …”, lo abbracciano, praticamente lo sommergono.
L’ex Ministro si gira subito verso di me, “hai visto?” sorride … lo capisci subito, che le persone sono la sua passione.
Come quando nei mesi invernali, voleva sempre essere presente personalmente alle trattative con gli uomini e le donne dell’Arma dei Carabinieri e delle Forze Armate; come quando negli incontri dei Popolari non si perde ,mai, nessun intervento dei presenti; come quando mentre raggiungiamo Chiaravalle, gli dici per provocazione che nei quartieri popolari non l’hai mai visto, e lui aggrotta la fronte, ti redarguisce ” ma perché pensi in questo modo? A parte il fatto che appena arrivato a Milano ho vissuto per anni in via Osoppo, e che i problemi delle periferie li conosco bene. Ma poi quando sono in città vado spesso a Quarto Oggiaro, alla Barona, in Piazzale Gabrio Rosa, al Gallaratese …” ah sì certo – dico io – andrai nei centri per anziani … “No!” Ti risponde lui, alzando un poco la voce: “io vado a casa delle persone, a pranzo o a cena.” A quel punto sorrido, perché lo so che è vero, perché la gente dei quartieri fa esattamente così: se ti ama ti vuole a pranzo o a cena e ti fa il piatto tipico della regione da cui proviene, e ti devi pure mangiare tutto perché altrimenti te ne vai da lì solo con la ‘schiscetta’.
Proprio mentre i riflettori e l’attenzione dell’opinione pubblica sono puntati sulla bufera che ha coinvolto Expo, l’Ex Ministro Mauro decide di trascorrere la giornata milanese nelle periferie, con i giovani, nei centri di formazione professionale e al quartiere Chiaravalle.
A colloquio con il Presidente Mariani, un quarantenne che ha lasciato la carriera in banca per dirigere il CFP Mazzini a Cinisello Balsamo, Mauro dice chiaramente quel che pensa sull’evento internazionale: “Le opere pubbliche sono importanti, lo capisco bene, ma io resto convinto che Expo sia un’occasione irripetibile per una grande stagione di formazione professionale. O la costruiamo adesso o non lo facciamo più. Non mi interessano i corsi, mi interessano le persone: bisogna realizzare un programma Erasmus della formazione professionale. E poi occorre costruire una banca dati con la mappa delle esperienze formative e di lavoro di ciascuno: di volta in volta bisogna poter re-indirizzare la persona valorizzando le sue esperienze precedenti e non facendo ripartire ogni volta daccapo. Tutto ciò deve esser gestito con una fortissima regia pubblica liberalizzando il più possibile il ventaglio di chi gestisce”.
Finalmente, penso, qualcuno ha una visione di Expo centrata su come generare e distribuire benefici ai cittadini, un Expo popolare e di massa.