La cosa curiosa di questa infornata di grillini è che li intervistano. Prendete questo Carlo Martelli, un matematico imprestato alla politica, che dice: “Era un periodo che mi sentivo inutile. Avevo una voglia di partecipare frustrata. Spedivo lettere ai politici e nessuno mi rispondeva”. Poveraccio. Così decide di presentarsi con il M5S e – puf! – addio frustrazione. Solo che c’è un problema: non puoi aggrapparti, per attaccare il premio di maggioranza, all’argomento che il Parlamento deve essere rappresentativo, cioè “traslare la volontà degli elettori su un campione più piccolo”. Certo che sì, però che cazzo di discorso è? Quanti voti ha ottenuto Martelli dalla rete – e lo chiediamo allo studioso di numeri che afferma che “in politica serve più matematica” – per essere presentato in una lista bloccata ed ottenere il seggio da senatore? Cinquanta, cento, duecentoquattro? Non crede di essere beneficiario lui stesso di un premione di maggioranza? La democrazia diretta o presuppone che il corpo elettorale esprima la sua volontà per bene oppure non è. Dice ancora Martelli: “In democrazia non basta la forma, serve la sostanza”. Appunto.
26 Luglio 2014