Qualche giorno fa abbiamo esaminato il caso della signora Mogherini, nostra ministra degli Esteri, per valutare, con animo limpido, quali fossero i momenti in cui si distingueva la sua azione istituzionale. Per caso proprio da quel giorno la Mogherini è balzata sulle pagine dei giornali perché candidata dal nostro presidente del Consiglio alle prestigiosa carica di ministro degli Esteri europeo, cioè per dirla con esattezza, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri. L’incarico spetterebbe, secondo le lottizzazioni tra i partiti europei, al partito socialista dunque la Mogherini del Pd avrebbe titolo ma, ahimè, i Paesi baltici e la Polonia, cioè quei Paesi che sono più vicini alla Russia e all’intraprendenza del presidente Putin hanno manifestato perplessità o addirittura contrarietà. La Mogherini, infatti, ancorché l’opinione pubblica italiana non l’abbia percepito, ha avuto incontri con Putin manifestando forse eccessiva simpatia per il personaggio e le sue aspirazioni politiche. Quanto al recentissimo viaggio in Israele, l’incontro con Netanyahu non ha avuto, com’era da prevedere, nessunissimo effetto se non quello di impensierire gli americani o perlomeno gli ambienti più vicini a Israele che, come si sa, si trova oggi in una situazione molto difficile.
Perché Renzi ha candidato la Mogherini a un posto di importanza pratica molto relativa ma di grande immagine pur essendo la nostra ministra abbastanza inesperta del ruolo? Molte possono essere le risposte stando il fatto che l’Italia non può pretendere granché nell’ambito del governo europeo e un commissariato d’immagine può essere qualche cosa che può riuscire ad avere più facilmente di altro. D’altronde la Mogherini non risulta tra le fedelissime del presidente proprio perché ha una lunga esperienza interna nel Pd. Dunque è possibile che ci troviamo di fronte a un “promoveatur ut amoveatur”, cioè promuoverla per liberarsene, pratica molto diffusa per esempio negli ambienti vaticani.
Ma chi sarebbe, in un delirio di ipotesi si intende, il candidato alla successione quale ministro degli Esteri del governo Renzi? Sicuramente non Letta che si presenterebbe in consiglio dei Ministri con un pugnale sotto il gilet, difficilmente anche D’Alema che potrebbe essere utile nel tenere a bada la sinistra ma troppo intelligente e quindi infido, non la Bonino le cui idee liberali contrastano con la cultura del Pd, forse Migliore che è in cammino con passi sicuri verso il renzismo. A parte questi probabilmente qualche uomo interno della squadra di boy scout che il Nostro controlla ma che noi non conosciamo ancora. Confidiamo nel buonsenso perché il Mondo, e di conseguenza l’Europa, stanno attraversando una fase di grande cambiamento politico a partire dall’esplosione del Medio Oriente (così vicino!) e delle agitazioni putiniane che chiaramente vuol ricostruire nei suoi confini il grande impero sovietico. L’America ha problemi politici interni e le ultime notizie del partito democratico dove Obama sembra non appoggiare la naturale candidatura della signora Clinton creano preoccupazioni, tenuto conto che il partito repubblicano è diviso in due ma la parte costituita dai Tea Party è qualcosa che assomiglia molto da vicino a un misto tra la nostra Lega e i grillini quindi non c’è da aggiungere parole.
Ancora una volta la situazione internazionale ha come punto di crisi lo stato di Israele e, ancora una volta, c’è il rischio che si coaguli contro questo Stato, il quale col suo comportamento in certi casi favorisce gli avversari, una coalizione che ha lo scopo di deviare l’interesse sulle lotte interne dei paesi islamici (sunniti e sciiti). L’Europa, che non riesce a essere unita in quasi nulla, non riuscirà anche questa volta ad avere un ruolo determinante e inglesi e tedeschi faranno per conto loro ma è importante che bene o male, perlomeno per le situazioni più geograficamente vicine vedi Ucraina, ci sia un’azione comune anche nei confronti di Putin che vuole dividere l’Europa e perduto il suo caro amico Berlusconi cerca, come si vede, di trovare in Italia nuove relazioni forse in nome di un’antica comunione ideologica. Contiamo sul buonsenso.