Nel discorso di Renzi a Strasburgo, due locuzioni sono state centrali «coraggio della verità», e «generazione Telemaco». Dietro queste due locuzioni troviamo due pensatori. Il primo è Michel Foucault, francese (1926-1984), famoso autore, tra gli altri libri, di Storia della follia e Sorvegliare e punire, ma che negli ultimi anni della sua vita, al College de France di Parigi, tenne dei corsi sulla parresia (il coraggio della verità). Locuzione che oggi sembra veramente essere sulla bocca di tutti. Significa che, in tempi di crisi, e sfidando le convenzioni del potere, occorre rischiare di dire sempre il discorso di verità (verità non intesa in senso logico, ma in senso politico-esistenziale). Il libro da cui partire per farsi una idea di questo dispositivo è senza dubbio “Il coraggio della verità”, Corso al College de France del 1984, Feltrinelli.
L’altro riferimento ci viene da un contemporaneo, vivente, si tratta di Massimo Recalcati, psicoanalista italiano, che ha scritto, tra le altre cose, Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre, Feltrinelli 2013.
Nella quarta di copertina si legge:
«Telemaco ci indica la nuova direzione verso cui guardare, perché Telemaco è la figura del giusto erede. Il suo è il compito che attende anche i nostri figli: come si diventa eredi giusti?»
Dunque, buone letture, quelle di Renzi, e senz’altra buoni spunti. Segno non solo della necessità per la politica di abbeverarsi al sapere filosofico, ma anche delle centralità di questo sapere come orientamento civile per oggi. Si spera solo che , a fronte di questa attenzione filosofica, vi sia anche una continuità dell’attenzione che la nostra scuola, quasi unica al mondo, dà al sapere filosofico. Se l’Europa trova le radici tra Grecia e Italia, uno dei segni distintivi di queste radici (oltre quelle ebraico-cristane) è senz’altro la filosofia, di cui la scuola italiana, nonostante le numerose criticità, resta orgogliosamente baluardo in Europa e nel mondo.