Prima l’uscita sulla necessità di rivedere l’art. 18, poi la maschia presa di posizione sulle “orde di vu cumprà”. Angelino Alfano ha un impellente bisogno di visibilità e sceglie gli argomenti che fanno agenda. Nel primo caso è andato dietro a un’intervista del ministro Marianna Madia che aveva sottolineato l’inutilità dell’abolizione dell’art.18 per generare nuovi posti di lavoro, nel secondo ha semplicemente scelto l’8 agosto – mese in cui molti lettori di giornali sono in spiaggia – per diramare una direttiva a tutti i Prefetti italiani contro le merci contraffatte, quelle cioè che vengono offerte sui litorali di mezza Italia da alcuni sudati poveracci costretti a fare pure i simpatici (qui a Gallipoli, da dove vi scrivo, ce n’è uno che urla “ciappalì ciappalà è arrivato Mustafà”).
“Il nostro obiettivo – ha dichiarato Alfano – è quello di radere al suolo il meccanismo della contraffazione”. E non è tanto il “vu cumprà” che fa specie – “uscita infelice” ha detto la Serracchiani, “termine che neanche esiste nel linguaggio comune” ha chiosato l’ex ministro Kyenge – ma le espressioni “radere al suolo” e “orde”. Ma chi sei, il generale Custer?
Sì, perchè non è solo una questione di presunto razzismo. C’è un aspetto politico da sottolineare. E per capirlo vi inviterei a considerare una dichiarazione rilasciata giorni fa dal ruvido Denis Verdini. In un’intervista a Repubblica sulla legge elettorale aveva lapidariamente risposto: “Alfano racconta favole. Il suo problema non sono le preferenze ma i voti che non ha”.
Argomento diverso si capisce, ma sostanza applicabile anche alle ultime uscite del ministro dell’Interno. Alfano, per avere la possibilità di continuare ad esistere, ha bisogno di occupare la scena e le spara un po’ come capita.
Tanto che qua gli unici vu cumprà sembrano essere proprio quelli del Ncd. Che si comportano da veri e propri contraffattori di consensi.