Alla fine la grande trovata 2.0 della secchiata d’acqua gelata Usa è arrivata in Italia che di americanate ne esporta alla grande e con grande soddisfazione. Ma qualcuno può dirci quanti soldi sono stati raccolti? E se veramente il malato di SLA è contento di questa buffonata?
È iniziata per gioco e poi è diventato un fenomeno virale, la secchiata d’acqua gelata di presidenti, politici e vip che si sfidano per sensibilizzare sulla raccolta fondi in favore della ricerca per la SLA ed ovviamente in Italia, premier, calciatori, cantanti e veline non potevano esimersi da questa genialata al quale avremmo preferito simpaticamente una pistola, ugualmente ad acqua, puntata alla tempia o altrove.
Al di là del fatto che non si riesca a capire perché associazioni ed incaricati con tanto di cartellino che chiedono soldi non riescano ad ottenere quanto un video virale che rasenta l’idiozia, ci sono due cose tristi a cui nessuno ha pensato, prima di iniziare questa fantastica catena di S.Antonio ridicola solo per chi è sano e famoso, ma non per chi è malato, parente del malato, magari senza possibilità economica e semplicemente un povero cristo ignoto.
La prima è che questi signori, si chiamino essi Renzi, Celentano, Fiorello o altri che si sono prestati a questa cosa, ciascuno per le proprie competenze e possibilità, non ha comunicato quanto ha versato per la ricerca contro lo SLA e se poi di tratta di un capo del governo la cosa è ancora più grave perché mi aspetterei di conoscere quanti soldi sono stati stanziati e quanti tolti alla ricerca in questi anni e se veramente, oltre all’auto-pubblicità, si vuole far conoscere cosa significa la SLA, ammesso che i “bagnanti” lo sappiamo.
E qui siamo alla seconda tristezza. Come ben testimonia l’esperienza di Pete Frates, il secondo della catena americana di secchiate al momento di subire l’”ice bucket challenge”, il malato di SLA non può reagire: i suoi muscoli sono bloccati, non può parlare né urlare ed esprimere disappunto ed entusiasmo e può perfino avere problemi respiratori, una situazione del tutto diversa dallo scimmiottamento di urla, salti, risate che si vede in chi si fa la doccia benefica su youtube o altro.
Insomma, signori, diamoci una regolata, perché le campagne benefiche hanno un senso se alla fine offrono un messaggio ed un riscontro economico (al momento si parla di 31,5 milioni in un mese, chissà se sia vero, ma quanti privati e pubblici? E quanti italiani dove la ricerca latita e dubitiamo che Renzi sappia qualcosa sull’argomento e possa rispondere) e non perché è bello vedere il famoso di turno che scommette sull’aria fritta e sul suo coraggio
E poi qualora voglia proprio farlo, consigliamo a tutti questi famosissimi di ripetere l’esperimento in costume, all’aperto ed in pieno gennaio. Sarà meno divertente, come lo è per un malato di SLA, ma sicuramente meno offensivo di vedere un argomento tragico ed importante banalizzato dall’ennesima febbre da apparenza internettiana.
P.S. …..Oppure fare come lui, ma quello è veramente averne troppo di coraggio
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