I quotidiani d’estate andrebbero studiati attentamente. Dal punto di vista dei contenuti, voglio dire. Molti di essi si trasformano, in una parte consistente della foliazione, in ricettacolo di gossip e di minchiate da ombrellone. Che uno dice: se voglio comprare Eva 2000 compro Eva 2000, e non il Corriere della sera.
Ecco, ieri il quotidiano di Via Solferino ospitava un’imperdibile intervista a Matteo Marzotto, figlio di Marta e del conte Umberto Marzotto, un po’ manager un po’ piacione, un po’ tombeur un po’ antani. “Ho sedotto donne con il mio risotto”, questo il titolo del pezzo. E dentro c’erano un paio di concetti che vorrei non passassero inosservati neanche a voi.
Innanzitutto questo: “Amo vivere intensamente. Ma ho ricevuto tanto dalla vita e voglio restituire qualcosa, mettermi in gioco. Così avevo accettato di guidare l’Enit, e adesso la presidenza di Fiera di Vicenza”.
Ora, a tutti più o meno piace – oggicomeoggi – “vivere intensamente”. Non sorprende dunque che Matteo Marzotto utilizzi questo tipo di espressione che esprime uno Zeitgeist condiviso ormai dalla totalità della popolazione occidentale. Solo che mi chiedevo come mai per “mettersi in gioco” Marzotto debba bere l’amaro calice e “accettare” di “guidare l’Enit e, adesso, la Fiera di Vicenza”. Ma tutte a lui capitano ‘ste messe in gioco?
Secondo concetto. La giornalista, facendo leva sulla sua fama di impenitente dongiovanni, gli domanda: “Una vita di corsa. Voglia di fermarsi, sentimentalmente?”. Risposta di Matteo: “Sì, ne avrei desiderio, con il tempo si cresce, si cambia. E poi è un asset trovare stabilità familiare”.
Un asset? Ma come cazzo parla Marzotto?
7 Agosto 2014